Città del Messico (Messico), 30 lug. (LaPresse/AFP) – La polizia in Messico ha arrestato un presunto trafficante di droga in relazione alla scomparsa, il 31 gennaio scorso, di tre italiani a Tecalitlan, nello Stato di Jalisco: il 60enne Rafaelle Russo, il figlio 25enne Antonio e il nipote 29enne Vincenzo Cimmino. Lo riferisce l’ufficio della procura generale messicana. L’arrestato, identificato come Jose Guadalupe N., è stato fermato domenica a Guadalajara, nell’ovest del Paese. Secondo Omar Hamid Garcia, direttore dell’agenzia di indagini criminali presso la procura generale, il sospetto è “probabilmente coinvolto” nella scomparsa dei tre italiani, dei quali non si hanno notizie da quando sono stati arrestati dalla polizia locale in una pompa di benzina. Il 24 febbraio scorso erano stati arrestati quattro agenti di polizia, accusati di avere consegnato i tre a un gruppo criminale. Sempre secondo Garcia, l’arrestato “è possibilmente responsabile” di avere comprato i tre dalla polizia. Il figlio di uno dei tre italiani aveva dichiarato alla stampa che erano stati venduti a gruppi criminali “per 43 euro”.
l’accaduto
I tre italiani erano entrati in Messico come turisti, ma le autorità ritengono che fossero impegnati nella vendita di equipaggiamenti per generatori elettrici. I media locali riportano che l’arrestato, del quale non è stato fornito il cognome, appartiene al cartello della droga ‘Jalisco Nuova Generazione’, che si ritiene sia il principale rivale del cartello di Sinaloa guidato fino al suo arresto da Joaquim Guzman detto ‘El Chapo’. Lo Stato di Jalisco è uno di quelli con il più alto numero di scomparsi in Messico, con 2.917 scomparsi dal 2017. L’anno scorso in Messico è stato registrato un numero record di omicidi, 25mila. Dunque da quando il governo federale ha lanciato nel 2006 un’operazione anti-droga su più fronti, sono oltre 200mila le persone che sono state uccise. Tuttavia i dati ufficiali non precisano quanti siano legati al crimine organizzato, per esempio ai cartelli della droga.