ROMA – E’ lite in Unione europea sui ricollocamenti dei migranti con Italia, Grecia, Malta e Cipro che in una nota congiunta ritengono “urgente e necessaria una discussione sul coordinamento delle Ong nel rispetto delle convenzioni internazionali. Tutti gli Stati di bandiera si assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali”.
Equa distribuzione
La Spagna ha sottolineato di condividere “con i suoi partner mediterranei la necessità di istituire un meccanismo per un’equa distribuzione delle responsabilità tra i Paesi dell’Ue in materia di migrazioni, e lo ha sempre difeso sia all’interno della Med5 che nei Consigli dei ministri dell’Interno”. L’Ue ha sostenuto Madrid “non può sostenere proposte che premierebbero i Paesi che non rispettano i loro obblighi in termini di diritto marittimo internazionale e che andrebbero a discapito di quelli che, come la Spagna, rispettano i loro obblighi internazionali e salvano vite con risorse pubbliche. Purtroppo, il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri partecipanti rappresenta solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari. Il meccanismo si è dimostrato lento per alleviare la pressione sui Paesi di prima linea”.
La nota dei quattro Paesi
Italia, Malta, Cipro e Grecia in una nota congiunta hanno invitato le Ong “a rispettare la cornice giuridica internazionale sulle operazioni di ‘search and rescue’. Ogni Stato – si legge nel documento – deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera. L’Italia, la Grecia, Malta e Cipro, in quanto Paesi di primo ingresso in Europa, attraverso la rotta del Mediterraneo centrale ed orientale si trovano a sostenere l’onere più gravoso della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo, nel pieno rispetto di tutti gli obblighi internazionali e delle norme dell’Ue. Abbiamo sempre sostenuto con forza la necessità di sviluppare una nuova politica europea in materia di migrazione e di asilo, realmente ispirata ai principi di solidarietà e responsabilità, e che sia equamente condivisa tra tutti gli Stati membri”.
Impegni non mantenuti
Nella nota si legge inoltre che “il 10 giugno 2022 – abbiamo approvato una Dichiarazione Politica che istituisce un meccanismo di relocation temporaneo e volontario, nonostante i Paesi MED 5 sostenessero uno schema di relocation obbligatoria. Purtroppo, il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri partecipanti rappresenta solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari che abbiamo ricevuto finora nel corso di questo anno. Inoltre, a tutt’oggi il meccanismo si è dimostrato lento nel raggiungere il suo obiettivo dichiarato di alleviare quell’onere a cui tutti noi, come Stati membri di prima linea, siamo costantemente esposti, in quanto finora solo un esiguo numero di relocation è stato effettuato. Tutto ciò è increscioso e deludente, soprattutto in questo momento in cui i nostri Paesi devono affrontare sempre più frequentemente una pressione migratoria che sta mettendo a dura prova il nostro sistema di asilo e di accoglienza”.
L’anarchia delle Ong
La nota dei quattro si conclude sottolineando come “non possiamo sottoscrivere l’idea che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali, soprattutto quando ciò avviene in modo non coordinato sulla base di una scelta fatta da navi private, che agiscono in totale autonomia rispetto alle autorità statali competenti”.
La condanna di Salvini
E il leader della Lega e ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini non ha potuto far a meno di sottolineare come: “visto che tutti si riempiono la bocca della parola solidarietà europea vediamo di applicarla. Ormai l’hanno detto anche il Papa e Mattarella, l’Europa batta un colpo. Se nel corso di quest’anno fra le decine di migliaia, ormai siamo quasi a 90 mila, di immigrati arrivati in Italia la famosa solidarietà europea ne ha collocati 117 negli altri paesi, dove sta? Non può essere tutto sulle spalle di Italia, Spagna, Grecia o di Malta e Cipro. L’Europa è tutta Europa”.
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