Milano: negli appalti di Fiera la società del capo ultras Luca Lucci

Un intreccio fra manager e ultras.

Foto Claudio Furlan - LaPresse

MILANO – Un intreccio fra manager e ultras. C’era anche Luca Lucci, attraverso la moglie, negli appalti della Fiera di Milano. Il capo della Curva Sud del Milan, 41 anni, coinvolto in numerose inchieste e condannato a 7 anni in abbreviato a maggio 2022 per il suo coinvolgimento di vertice in un’organizzazione di narcotrafficanti fra il sud America e Milano, lavorava per Nolostand, la società di allestimento fieristico del Gruppo. A raccontarlo al pm Paolo Storari e all’aggiunto Maurizio Romanelli – che indagano sulla corruzione e gli appalti pilotati della Fiera e che ieri hanno ottenuto dal gip Domenico Santoro la misura cautelare degli arresti domiciliari per l’ex capo dell’Ufficio Acquisti di Fiera, Massimo Hallecker – è l’amministratore delegato di Fiera Milano spa, Luca Palermo. Dai suoi esposti sono partite le indagini sugli appalti pilotati e la corruzione nella società. Sentito dagli inquirenti l’8 febbraio 2021 racconta: “Dopo alcuni controlli interni alla società, tra settembre e dicembre 2019, avevamo scoperto che la Lu.Ma. era rappresentata da un soggetto indagato per traffico di stupefacenti”. Il riferimento è alla Lu.Ma srl, azienda operativa nel settore montaggio e smontaggio di allestimenti per fiere e manifestazioni, pulizie, facchinaggio e gestione personale di sala di ristoranti, catering e esercizi pubblici. Dalla visura camerale dell’epoca e fino al 5 giugno 2020 le quote risultano controllate al 50% da Valeria Bonomelli, classe 1980, nata ad Alzano Lombardo, e moglie di Luca Lucci. A quella data quest’ultimo risulta già destinatario di un provvedimento di sequestro beni per 1,2 milioni di euro siglato dal presidente della sezione Misure di Prevenzione del tribunale di Milano, Fabio Roia. Lo stesso giudice, per ironia della sorte, che nel 2016 firmò il commissariamento della Fiera di Milano portando all’azzeramento dei vertici in seguito all’inchiesta della Dda per infiltrazioni mafiose. Nella Lu.Ma il leader della tifoseria organizzata del Milan risultava formalmente un dipendente assunto con il ruolo di elettricista. Il socio della moglie al 50% era invece Davide Salvatore Tedesco di Cologno Monzese, fratello di Marianna Tedesco all’epoca consigliera comunale di Fratelli d’Italia, e che nelle carte dei magistrati che indagano sugli appalti di Fiera viene indicata come la donna che materialmente ha versato i soldi per conto degli imprenditori a Massimo Hallecher. E c’è un’altra coincidenza: Marianna Tedesco nel 2019 ha dichiarato redditi per 10.325 euro proprio come dipendente della Lu.Ma. srl, la società dei coniugi Lucci.

di Francesco Floris

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