Morta dopo essere stata legata e imbavagliata, le ipotesi degli investigatori

La porta di casa non mostra segni di effrazione: la donna ha aperto al suo killer, non si esclude che potesse conoscerlo

NAPOLI – Sono tanti gli interrogativi attorno alla morte di Stefanina Fragliasso, la 76enne trovata senza vita ieri mattina nella sua abitazione al terzo piano del fabbricato ‘F’ in via Santa Lucia ai Filippini. Ad indagare sono i carabinieri, col supporto degli esperti del Ris. Ovviamente si cerca di carpire anche il più piccolo dettaglio perché potrebbe risultare fondamentale in sede di indagine per gli investigatori.

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Innanzitutto è stata analizzata con attenzione la scena del delitto. La donna è stata immobilizzata utilizzando lo scotch. Gli investigatori però hanno subito notato che sono stati utilizzati parecchi strati sia sulla bocca, quasi certamente per impedirle di urlare, sia sugli arti per immobilizzarla sul letto. Troppi strati secondo gli investigatori. Per bloccare una persona infatti ne basterebbero tre o quattro e invece stavolta ne sono stati applicati almeno dieci. Un dettaglio che, secondo una prima ipotesi degli investigatori, denoterebbe che il responsabile non sia ‘esperto’ di azioni di questo tipo. E forse proprio lo scotch sulla bocca ha impedito alla donna di respirare. La 76enne potrebbe essere morta per asfissia, ma potrebbe anche aver accusato un malore dovuto alla concitazione e alla paura del momento. Sarà l’autopsia a fare chiarezza sulle cause del decesso.

Non solo, gli investigatori ipotizzano che la morte della donna sia stata la conseguenza di una rapina. Una rapina finita male. Sulla porta dell’appartamento non sono stati notati segni di effrazione. Quindi il malvivente, o i malviventi, è riuscito a farsi aprire il portoncino dalla vittima. E qui le ipotesi sono diverse, tutte al vaglio degli investigatori. L’assassino potrebbe aver seguito la donna che stava rientrando a casa e si sarebbe fatto aprire sotto minaccia o avrebbe atteso che la donna aprisse la porta di casa per spingerla dentro ed entrare. Non si esclude, però, che il malvivente stesse attendendo proprio che l’anziana rientrasse in casa e si sarebbe forse nascosto nei pressi dell’appartamento per poi sorprendere la vittima alle spalle ed entrare nell’abitazione. Di certo l’azione non è durata pochissimo perché comunque il malintenzionato avrà impiegato qualche minuto per immobilizzare la vittima. Quindi poi la casa è stata messa a soqquadro. Per ridurre i tempi, anche considerando che poco dopo sono giunti i familiari della donna, gli inquirenti non escludono che ad agire possano essere state due persone. Ma su questa ipotesi bisognerà avere qualche elemento che la confermi.

Non si escludono però altre piste, anche se vengono tenute in minore considerazione da parte degli investigatori. Infatti la donna potrebbe essere rientrata a casa e poi qualcuno potrebbe aver bussato alla porta. E’ vero che la vittima avrebbe potuto pensare che erano i familiari e quindi aprire la porta senza controllare chi fosse, ma non si esclude che potesse anche trattarsi di una persona che la vittima conosceva. Forse anche un condomino con il quale c’era qualche acredine per chissà quale motivo.

Nessuna ipotesi viene esclusa. Anche se gli investigatori avrebbero certamente gradito avere qualche informazione dai vicini di casa della vittima. Forse anche per questo ieri i residenti del fabbricato ‘F’ sono stati bloccati in casa per essere sottoposti alle domande degli investigatori. Nessuno, almeno secondo quanto si è appreso, avrebbe però riferito di aver sentito qualche rumore oppure urla prima dell’arrivo dei familiari della 76enne. Chissà che non si tratti di un muro di omertà. Anche su questo punto indagano gli investigatori.

Di certo c’è una donna indifesa che ha perso la vita probabilmente per una rapina che avrà fruttato all’assassino pochi spiccoli.

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