Mura esce allo scoperto: “Ho solo il 41% di assenze, sono stato abbandonato dal Movimento”

Il parlamentare-skipper: "La mia imbarcazione è ferma da settembre, chiederò un incontro con Di Maio"

Andrea Mura (M5S)
Andrea Mura (M5S)

ROMA – Il deputato grillino Andrea Mura rompe il silenzio. Le accuse di assenteismo mossegli dal Pd rischiano di costargli il posto, e lui replica piccato. “La notizia secondo cui avrei il 97% di assenteismo è totalmente falsa e infondata. La mia presenza fino al 19 luglio è pari al 59%, basta vedere i dati ufficiali della Camera dei Deputati. Poi non è vero che sto veleggiando perché la mia barca è ferma dal 30 settembre 2017″.

L’incontro con i vertici del Movimento: “Sono stato abbandonato”

Le precisazione deriverebbero da alcune fake news girare negli ultimi giorni. “La stampa – sbotta Mura – mi ha attribuito delle affermazioni false da me mai pronunciate. Ho grande rispetto per l’attività del Parlamento e delle Istituzioni e non mi sognerei mai di dire cose del genere. A fronte di questa tempesta mediatica violentissima il Movimento mi ha ingiustamente abbandonato in mezzo al mare. Sono un navigatore solitario degli oceani, abituato ad affrontare con pazienza le burrasche più dure. Ho chiesto un confronto con i vertici del Movimento per chiarire presto l’intera vicenda”.

Di Maio l’aveva già invitato a rassegnare le dimissioni

“L’attività politica non si svolge solo in Parlamento. Si può svolgere anche su una barca”, avrebbe dichiarato il parlamentare-skipper. A smascherarlo sarebbe stato Ugo Cappellacci, sconfitto lo scorso novembre da Mura nel collegio della Sardegna per la Camera dei Deputati. Questa presunta dichiatazione aveva mandato su tutte le furie il ministro del Lavoro Luigi Di Maio“Le sue considerazioni – aveva tuonato il vicepremier –, unite al livello di assenza, dovrebbero indurre il parlamentare M5S Andrea Mura a dimettersi”. Il leader pentastellato aveva anche rincarato la dose: “Doveva essersi già dimesso. Dobbiamo considerare che i parlamentari, incluso io, sono dei privilegiati e fanno un lavoro da privilegiati con uno stipendio da privilegiati. Sono quindi i primi che devono lavorare sui provvedimenti per migliorare la qualità della vita degli italiani”.

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