Napoli, anziano aggredito nella villa comunale da una baby gang

Napoli, anziano pestato da un baby gang in villa comunale
Napoli, anziano pestato da un baby gang in villa comunale

NAPOLI – Un anziano pestato a sangue in villa comunale da una baby gang. Ancora violenza e sangue a Chiaia, quartiere ormai fuori controllo, dove giovedì sera un 81enne è stato accerchiato e picchiato da una baby gang nell’area pubblica della Riviera. Erano da poco trascorse le 21 quando l’uomo è rientrato a casa con ferite in diversi punti del corpo. Era uscito per una passeggiata dalle parti di piazza Vittoria. Poi l’imponderabile: botte e urla, con il ‘branco’ che si dileguato nel nulla. Il caso è emerso in seguito al racconto della figlia, Simona Sapignoli, esponente della Lega, che ha riferito di un’aggressione subita dal genitore ad opera di sconosciuti. Una vicenda ancora avvolta nel mistero.  Il malcapitato, infatti, come spiega la figlia, non ricorda bene ciò che gli è successo.  E’ ancora sotto choc. Ma i segni di violenza sul suo corpo sono evidenti e inequivocabili. “Dovrebbero fare qualcosa perché quello che è successo è allucinante – l’sos di Simona Sapignoli – Lotterò per avere giustizia”

Sabato pomeriggio, la donna ha accompagnato il genitore in ospedale per le cure mediche del caso. Per i Sapignoli si è subito messa moto la macchina della solidarietà e sull’aggressione è arrivata la ferma condanna di associazioni, comitati, rappresentanti delle istituzioni e cittadini. Sullo sfondo resta l’estenuante emergenza baby gang, con le bande di giovani violenti che seminano il panico in ogni quartiere della città, soprattutto nei fine settimana e nel salotto buono di Chiaia. Sul caso interviene il Comitato Chiaia Viva e Vivibile: “Il fenomeno è tristemente diffuso a livello nazionale e si acuisce ancora di più nelle zone, come la nostra, dove ci sono forti momenti aggregativi quando ragazzi, spesso giovanissimi, senza alcun controllo sfogano rabbia repressa (dovuta a pessima educazione ed esempi ancora peggiori) nei confronti del mondo che li circonda. In questi giorni ci è capitato di leggere un po’ di tutto sui media a proposito di questa piaga, ognuno propone il proprio rimedio, l’ultimo dei quali prevede il sequestro dei telefoni cellulari che vengono visti come strumento di propaganda di quelle che questi baby criminali ritengono essere dimostrazioni di forza”. “In concreto, in villa comunale come a via Partenope – prosegue il Comitato – purtroppo quello che manca è una capillare presenza delle forze dell’ordine. E’ vero che non si può mettere un poliziotto vicino ad ogni cittadino però ci sono posti dove il controllo appare davvero necessario. Purtroppo ci sono luoghi che nel weekend possono diventare pericolosi. In via Partenope la sera del sabato ci sono gruppi di ragazzini che girano al solo scopo di attaccare altri gruppi. Questi fenomeni di ‘devianza’ giovanile sono oggetto di studio da sempre”. Difficile ipotizzare una cura: “Non esiste una reale soluzione oltre al deterrente che può essere la ‘militarizzazione’ del territorio – dichiara Caterina Rodinò del Comitato Chiaia Viva e Vivibile – Facendo un esempio (un po’ strumentale se vogliamo) per le zone di movida, quando nei vicoli giravano le pattuglie in divisa (con la giusta frequenza) episodi di violenza non ne capitavano, ma i gestori dei locali lamentavano un forte calo di presenze. Il che un po’ fa riflettere”.

Chi si batte da anni contro la violenza è Federica Mariottino, mamma, avvocato e fondatrice dell’associazione ‘31 Salva Tutti’: “Un atto deprecabile del solito branco di balordi che si fa forte della mancanza di controlli e gira fiero e impunito – il suo commento sulla vicenda dell’anziano aggredito – Una città che cade a pezzi e resta in piedi solo grazie al turismo di passaggio che ne resta a ragione meravigliato per la sua bellezza e per l’infinità quantità di storia e di opere d’arte che vi è racchiusa. Ma per chi ci vive quell’incanto viene spezzato ogni giorno dalle difficoltà, dalla violenza di episodi come questo. E non è il primo e non sarà l’ultimo caso purtroppo”. Sempre più sangue scorre tra le strade della ‘Napoli bene’, con la città costretta a fare i conti con macro e microcriminallità: “Anni fa – ricorda Mariottino – in via Chiaia la madre di una mia carissima amica fu spintonata con violenza ed intenzionalità da un branco di ragazzetti e fatta cadere in terra. Andava proprio di moda prendersela con gli anziani. Trascorse in fin di vita quasi un mese all’ospedale Cardarelli, dove fu operata alla testa più volte. Per fortuna riuscì a superare quel momento. E’ assurdo pensare di fare una passeggiata in villa e ritrovarsi picchiato da un’orda di barbari che si divertono così. Ci vogliono più controlli – il suo appello – più prevenzione nelle scuole, più impegno sociale da parte di tutti. Per una persona perbene che crede nella legalità è dura, molto dura. Perché non ci sono controlli e la giustizia arriva poi lenta”. Cosa sta succedendo tra i ragazzi? Perché i giovani fanno sempre più ricorso alla violenza? Anche Roberta Foglia Manzillo, avvocato esperto in diritto di famiglia e consigliere della Prima Municipalità, offre il suo punto di vista sulla situazione: “Le bande giovanili, o baby gang, sono una realtà in aumento in Italia in generale,  ma anche a Napoli  il fenomeno è sempre più diffuso e in particolare nei quartieri che fino ad oggi sembravano essere più sicuri. Quasi quotidianamente si leggono notizie di cronaca che vedono protagonisti giovani che in gruppo compiono atti violenti e aggressivi nei confronti dei loro coetanei, ma non solo. Con quello che si sente non si sta più tranquilli, si richiedono strategie di intervento basate su un’attenta analisi e comprensione del problema. La necessità di un approccio integrato alla ‘devianza’ delle baby gang  da parte di tutte le istituzioni coinvolte, di iniziative didattiche, sociali, culturali, sportive e religiose, nonché di educazione alla legalità rivolte ai minori facendo rete per orientare i giovani verso impegni diversi e allontanarli a qualsiasi forma criminalità. Come mamma di due ragazze adolescenti mi auguro che le istituzioni si attivino con maggiore intensità  e in qualità di consigliera della Prima Municipalità mi impegnerò sempre di più affinché l’istituzione a cui appartengo possa
Offrire servizi e iniziative ai ragazzi dei nostri quartieri di competenza”
, conclude Roberta Foglia Manzillo. 

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