Napoli, la faida di Ponticelli: i De Martino rialzano la testa

NAPOLI – Lanciare guanti di sfida, vere e proprie provocazioni, marcare il territorio e ridisegnare nuovi confini. Come se non con le ‘scese’, i cortei di uomini dei clan in scooter e in auto che invadono le zone di influenza criminale delle cosche rivali. A Ponticelli si tratta di una modalità di attacco molto in voga. Quando era ancora in libertà, prima di finire in carcere in quanto ritenuto mandante dell’omicidio di Carmine D’Onofrio (figlio illegittimo di Giuseppe De Luca Bossa), il boss Marco De Micco era solito andarsene in giro nei rioni degli avversari spesso anche a piedi e mano nella mano con persone a lui legate sentimentalmente, quasi a voler sbeffeggiare i rivali.

E non è un caso se oggi che il boss è in cella a cavalcare quest’onda siano gli alleati storici dei De Martino. Il gruppo del rione Fiat ha ripreso vigore con un paio di scarcerazioni eccellenti. Il destino ha poi voluto che il clan espressione dei Mazzarella a Ponticelli abbia subito un duro colpo, quando un commando armato ha tentato di uccidere Ciro Naturale, ritenuto braccio destro di Marco De Micco nonché tra i reggenti dell’organizzazione criminale, non riuscendo tuttavia a portare a termine la missione nonostante la mole di piombo esplosa da distanza ravvicinata.

Con Naturale in convalescenza, salgono vertiginosamente le quotazioni degli amici dei De Martino. Oltretutto, un altro uomo di vertice dei De Micco, Antonio Nocerino alias brodino, si trova rinchiuso in carcere perché indagato per una vicenda estorsiva che, secondo la Dda, lo avrebbe visto protagonista nel quartiere.

I De Martino, che hanno nello storico capoclan Francesco e nel figlio Giuseppe (entrambi tornati di recente nel quartiere) i propri punti di riferimento, avrebbero dunque accettato la reggenza del gruppo, non rinunciando a farsi spazio nelle roccaforti dei clan di Napoli est, adottando la strategia delle ‘scese’. Alcuni esponenti dei De Martino avrebbero organizzato più di una spedizione lungo via Franciosa, fortino del clan Casella (alleato ai nemici storici dei De Luca Bossa), e nel parco Conocal, quest’ultimo controllato dai D’Amico, per un breve periodo di tempo vicini ai De Micco, prima dello strappo che si sarebbe consumato di recente nonostante tra i fraulella e i Bodo si siano venuti a creare vincoli di sangue. I De Martino avanzano sullo scacchiere della periferia orientale. La guerra per lo spaccio e per le estorsioni è ancora lunga. Ma con i capi dei De Luca Bossa in carcere, il destino sta favorendo i De Micco-De Martino.

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