Napoli, lo Stato sfratta i clan dal Rione Amicizia

NAPOLI – Lo Stato si riprende gli alloggi popolari con la diplomazia. Non una prova di forza contro i clan, come avviene con le operazioni ad Alto impatto. Basta vedere da Caivano in poi. Stavolta una manovra d’astuzia. Li sfratta dalle palazzine al rione Amicizia con un censimento. Sì, sono cominciate verifiche casa per casa nel quartiere, dove da segnalazioni alla polizia le cosche pretendono una quota per entrare nelle abitazioni. Ora le forze dell’ordine vogliono capire chi siano gli abusivi e chi siano i proprietari originari. Insomma è in corso in queste ore una sorta di rastrellamento, per individuare i legittimi assegnatari. Una operazione verità, dove è difficile brogliare: bussano alla porta a qualunque ora e identificano chi c’è dentro. Tutto nero su bianco. Ma non è semplice, perché a volte c’è un passaggio di mano nella stessa famiglia.
Il caso ricalca quanto accaduto al parco Conocal a Ponticelli. Ed è probabile che la Procura e il Municipio vogliano verificare pure le segnalazioni giunte dal rione Amicizia.
Si parla di quote da 10mila euro per prendere possesso di un immobile. Esempio: una persona va via e per entrare, il nuovo inquilino deve versare il denaro. Si può raggiungere un accordo per pagare a rate. In questo modo si diventa ‘vassalli’ delle cosche.
Inoltre tre padiglioni qui saranno abbattuti e ricostruiti.
Dunque serve fare pulizia. In tutti i sensi. E togliere le palazzine dalle mani delle organizzazioni criminali. E’ un modo dei clan per controllare il territorio e avere il favore di una parte della popolazione: se permettono a una persona di occupare un immobile che non gli spetta, questa si sente in debito con il sodalizio (che può chiedergli un ‘favore’). Anche il silenzio a volte è un favore. Un sistema che inquirenti e forze dell’ordine conoscono bene. E ricalca un protocollo mafioso consolidato. Ecco perché sono passati all’azione: prima che sia troppo tardi. Come a Ponticelli. Si vuole fare in fretta. Il censimento è già cominciato. Curato dal Comune, con il supporto della polizia.
Gli agenti sono necessari per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico.
Adesso sarà difficile per i clan camuffare gli alloggi occupati abusivamente. Però non è detta l’ultima parola. Serve la collaborazione dei cittadini: gli abitanti devono segnalare le incongruenze, denunciare e fornire dettagli agli investigatori. Altrimenti resterà una operazione a metà.
Il rione Amicizia è considerato un feudo del clan Contini, inserito nell’Alleanza di Secondigliano, insieme ai Mallardo e ai Licciardi.
Non solo. Ai tempi di Eduardo Contini e Patrizio Bosti il rione Amicizia era il quartier generale. Da qui venivano impartiti gli ordini.
Le palazzine del rione Amicizia a quel tempo erano una sorta di bunker per i Contini, dove pure le forze dell’ordine avevano difficoltà per entrare. Poi la storia ha cambiato la mappa e oggi i Contini sono ramificati in più quartieri, fino ad arrivare al centro storico. Con una lunga catena di comando, che parte dal Vasto e si ramifica in diverse zone cittadine. E’ un fronte molto più ampio, che serve a contrastare l’avanzata dei Mazzarella dal centro storico.
Un tempo esistevano grossi clan, che monopolizzavano gli affari illeciti in più quartieri: i Sarno da Ponticelli erano arrivati ai Quartieri Spagnoli e a San Ferdinando.
Oggi le inchieste hanno azzerato molte consorterie, che hanno fatto passi indietro. Ed esistono paranze di quartiere. Eccezion fatta per l’Alleanza di Secondigliano e i Mazzarella, che continuano ad avere mire espansionistiche.
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