‘Ndrangheta: gup, in Brianza cosche erano ‘industria’ della protezione

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La ‘Ndrangheta in Brianza opera come un'”industria” della “protezione” per imprese e attività economiche e commerciali, tra cui alcuni promotori finanziari, a cui applica un meccanismo di “estorsione-protezione”. È quanto si legge nella sentenza con la quale il gup Guido Salvini ha condannato con rito abbreviato 4 persone, tra cui Domenico Larocca, braccio destro del boss Michele Oppedisano. Il boss 42enne, già coinvolto nell’indagine Infinito, risulta “affiliato alla locale di Erba” che “espressione in Lombardia della cosca Pesce di Rosarno e rappresentante degli interessi economici della ‘ndrina facente capo allo zio”, il boss Domenico Oppedisano, detto Micu, “Capo Crimine dell’ndrangheta.

Per il gup Salvini “le organizzazioni mafiose sono appunto ‘industrie della protezione privata’, nella sua forma più minacciosa che fa affidamento sulla capacità, se necessario, di usare la forza. Un’industria che per la ‘ndrangheta ha un nome commerciale che può essere speso con successo anche in Brianza”. Nell’inchiesta condotta dalle pm della Dda Paola Biondolillo e Sara Ombra è emerso come il meccanismo di “estorsione-protezione” venisse applicato anche dei promotori finanziari.

La logica, scrive ancora il gup nelle 102 pagine di motivazioni, era “tipicamente mafiosa” e uno degli arrestati, parlando con una delle vittime, non mancava di sottolineare che senza l’intervento della cosca, i “promotori finanziari non solo avrebbero senz’altro dovuto pagare la somma loro richiesta, ma si sarebbero presto e inevitabilmente trovati in balia di ulteriori pretese e richieste estorsive da parte di altre famiglie calabresi che non avrebbero certo perso l’occasione di facili e immediati guadagni”.

(LaPresse)

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