‘Ndrangheta, omicidio e ferimento a Vibo Valentia: un fermo in Lombardia

Il fermo di indiziato di delitto è stato eseguito dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia

Attentato sventato in Sardegna
Foto LaPresse/uff stampa polizia

MILANO – È stato scoperto e catturato a Seregno, in provincia di Monza e Brianza, il presunto assassino di Salvatore Battaglia, il 21enne di Piscopio. Vittima della sparatoria avvenuta nella notte tra il 27 e 28 settembre nei pressi della villetta comunale di via Regina Margherita. Nel centro abitato della popolosa frazione di Vibo Valentia.

Un fermo in Lombardia

Il fermo di indiziato di delitto è stato eseguito dai carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia, in collaborazione con i colleghi di Seregno, al termine di articolate indagini condotte sotto il coordinamento della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri. Ad uccidere Salvatore Battaglia e a ferire il 23enne Giovanni Zuliani è stato Antonio Felice, 32 anni di Piscopi. Il figlio di un noto pregiudicato del posto. Secondo quanto emerso dalle indagini, si è trattato di un vero e proprio agguato di ‘ndrangheta avvenuto al culmine di alcune tensioni maturate nell’ambiente criminale piscopisano. Per il controllo e la concorrenza di alcuni esercizi pubblici, nella fattispecie un bar e un circolo ricreativo.

La dinamica dei fatti

Ad istigare l’azione delittuosa, secondo quanto ricostruito, è stata la condotta provocatoria dei due ragazzi attinti dai colpi d’arma da fuoco. In particolare, Felice ha estratto la pistola sparando e ferendo alle gambe Zuliani. E, successivamente, dopo aver esploso alcuni colpi verso l’auto con all’interno Salvatore Battaglia, feriva quest’ultimo mortalmente. Il giovane, gravemente ferito, è stato trasferito prima in ospedale a Vibo e poi a Catanzaro dove è arrivato in condizioni disperate ed è morto due giorni dopo.

L’intervento delle forze dell’ordine

L’autore della sparatoria si è subito dileguato facendo perdere le proprie tracce rendendosi irreperibile. Non solo per sfuggire ai controlli dei carabinieri ma anche per paura di una rappresaglia da parte dei familiari di Battaglia e Zuliani, imparentati con noti esponenti di vertice della Locale di Piscopio. La sua fuga è durata quasi due mesi. I militari dell’Arma erano sulle tracce del presunto killer già da qualche giorno. E nella notte appena trascorsa sono entrati in azione chiudendo il cerchio delle indagini con la sua cattura avvenuta a Seregno, dove si era rifugiato.

(LaPresse)

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