NAPOLI – La notte dei desideri è sempre più artificiale. Le luci e le insegne, sempre più presenti sia nei centri urbani che in campagna, minacciano la natura e anche le stelle, che saranno sempre meno visibili all’occhio umano. Ogni anno che passa la Notte di San Lorenzo è sempre meno affascinante, con le stelle che “scompaiono”, messe in ombra dalle nostre azioni dannose. E’ un effetto, questo, dell’inquinamento luminoso, ovvero la conseguenza negativa della presenza di luminarie artificiali sia in città che in campagna.
DANNI AMBIENTALI
Tra i danni ambientali dell’inquinamento luminoso troviamo la difficoltà o perdita di orientamento in diverse specie animali, come ad esempio uccelli migratori, tartarughe marine, falene notturne, chirotteri. La presenza massiccia di luci artificiali altera anche i ritmi vitali nelle piante, nei microrganismi e negli animali. L’inquinamento luminoso, causato dalla presenza massiccia di luce artificiale notturna di origine antropica, interferisce poi in modo significativo con i modelli di attività sia giornaliera che stagionale negli insetti e in altri animali. Di recente uno studio condotto da un team dell’Università dell’Ohio, e pubblicato sulla rivista Insects, ha dimostrato che l’inquinamento luminoso interrompe le differenze stagionali nell’attività quotidiana e nei profili metabolici della zanzara e di fatto amplifica la loro permanenza, allontanando il cosiddetto “letargo”. Di conseguenza ci ritroviamo le zanzare in abbondanza, tutto l’anno, e ovunque.
STELLE “INVISIBILI”
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Science, tra il 2011 e il 2022, ci sono state delle forti riduzioni globali della visibilità delle stelle determinate dall’inquinamento luminoso. L’analisi si è basata sul cambiamento della luminosità del cielo globale utilizzando 51.351 osservazioni di persone sulla visibilità stellare ad occhio nudo. Prima di questo report si riteneva che la luminosità dovuta alle luci artificiali aumentasse di circa il 2% ogni anno ma da questa nuova analisi, realizzata al suolo e non dal cielo, con l’ausilio dei satelliti, risulta che l’incremento è del 9,6 % all’anno. Allo studio, durato 11 anni, hanno partecipato 51351 cittadini distribuite in 19262 località di tutto il mondo, attraverso il programma Globe at Night. Il risultato è stato poi analizzato da un gruppo internazionale di scienziati, diretto dal tedesco Christopher Kyba. L’aumento, secondo gli analisti, non sarebbe dovuto soltanto all’incremento delle luci artificiali ma anche ad altri fattori. Le luci “orizzontali” sarebbero le maggiori responsabili della luminosità diffusa.
Questo tipo di fonti sono aumentate con l’incremento del numero e della potenza luminosa delle pubblicità, delle vetrine, delle insegne e della luce delle case che filtra dalle finestre. Altro fattore è il passaggio per l’illuminazione stradale dalle lampade a vapori di sodio (luce giallo-arancio) ai led che emettono una luce bianca-bluastra. Le lampade a Led consentono un grande risparmio energetico e durano più a lungo, ma emettono luce più fredda a una lunghezza d’onda che viene diffusa maggiormente dall’atmosfera.
LA GIORNATA
Ogni anno il nostro Paese celebra la Giornata nazionale sull’inquinamento luminoso, che quest’anno cadrà il 14 ottobre 2023. La Giornata Nazionale sull’Inquinamento Luminoso è nata nel 1993 per iniziativa dell’Osservatorio Astronomico “Serafino Zani” di Lumezzane (BS), con il patrocinio, tra gli altri, dell’Associazione Amici dei Planetari (oggi PLANit) e dell’Unione Astrofili Italiani. L’iniziativa si svolge in un sabato di ottobre vicino al novilunio. Lo scopo della Giornata è di sensibilizzare il pubblico nei confronti di questo problema che diventa sempre più pressante e che oggi colpisce l’83% della popolazione mondiale. L’inquinamento luminoso non solo impedisce alle persone comuni di vedere lo spettacolo del cielo stellato, e agli astronomi di compiere le proprie osservazioni, ma è anche un’importante fonte di spreco energetico, a causa delle luci cittadine spesso inutilmente rivolte anche verso l’alto. Inoltre, è fonte di diversi disturbi della salute, anche gravi, provati ormai da molti studi scientifici.
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