Novara, arresti domiciliari per il camionista che ha travolto e ucciso il sindacalista

Nel frattempo una raccolta fondi è stata lanciata dai colleghi Sì Cobas di Adil, per sostenere la sua famiglia, che si trova in Marocco e aspettava con ansia il momento di riabbracciarlo dopo 9 mesi di separazione per via del Covid

MILANO – Arresti domiciliari per Alessio Spaziano, il camionista 25enne arrestato venerdì per aver investito e ucciso con il suo Tir il sindacalista del Cobas Adil Belakhdim. L’incidente mortale è avvenuto davanti all’ingresso del centro distribuzione Lidl a Biandrate, nel Novarese e per il 37enne italo-marocchino non c’è stato nulla da fare.

L’impatto

Dopo l’impatto, il trasportatore non si è fermato per prestare soccorso all’uomo che aveva colpito e trascinato per alcuni metri. Si è bloccato solo diversi chilometri più avanti, all’altezza del casello dell’autostrada di Novara Ovest, dove ha telefonato ai carabinieri e si è costituito. Tutti comportamenti che il camionista originario di Baia e Latina, paese di 2200 anime nell’alto casertano, assistito da Gabriele De Juliis, ha cercato di spiegare davanti al gip di Novara, nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto.

L’interrogatorio

L’interrogatorio è durato circa tre ore, durante le quali il camionista ha ricostruito passo passo l’accaduto. Anche se non sono stati trovati, almeno per il momento, video che immortalano l’istante il cui il 25enne, forzando il blocco creato dai lavoratori, ha sterzato verso destra investendo il sindacalista, sono tante le testimonianze dei colleghi presenti venerdì a Biandrate. Alcuni di loro sono stati urtati a loro volta dal mezzo pesante. Difficile pensare che il giovane autista non si sia accorto di nulla, anche perché tutti i presenti gli urlavano di fermarsi.

Diversa la versione del trasportatore, che fin da subito ha parlato di un incidente e spiegato che la vittima si trovava in un punto cieco del camion e che lui non lo aveva visto. Anche davanti al gip, il 25enne si è detto più volte molto dispiaciuto e ha assicurato che non aveva alcuna intenzione di investire i lavoratori in presidio. Il suo avvocato chiede moderazione nel valutare questo “episodio gravissimo”. Ed è preoccupato per il clima d’odio che si è scatenato sui social contro l’autista e la sua famiglia, che si è chiusa nel riserbo assoluto. “Ci tengo a ribadire che la nostra linea sarà quella di collaborare, rispondere, dare il massimo apporto affinché si ricostruisca con oggettività questa vicenda”, assicura il legale.

La raccolta fondi

Nel frattempo una raccolta fondi è stata lanciata dai colleghi Sì Cobas di Adil, per sostenere la sua famiglia, che si trova in Marocco e aspettava con ansia il momento di riabbracciarlo dopo 9 mesi di separazione per via del Covid. La moglie Assia Lucia Marzocca, 33 anni, e i due figli di 4 e 6 anni adesso attendono l’esito dell’autopsia, che si terrà mercoledì, e il nulla osta per i funerali che si svolgeranno in Marocco.

(LaPresse)

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