Novara, Orlando: “I morti sui luoghi di lavoro ferita e onta per tutto il Paese”

L'intervento del ministro del Lavoro

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

ROMA – “Ogni morte che avviene sui luoghi di lavoro è una ferita e anche un’onta per tutto il Paese”. Lo afferma il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nel corso di una intervista su ‘La Repubblica’. “Se poi chi muore è qualcuno che si batte per i diritti degli altri, questa ferita è anche più profonda – sottolinea -: alla famiglia e agli amici di Adil voglio dire che si è lottato perché l’Italia non fosse più questa e prometto loro che farò tutto quello che è in mio potere affinché l’Italia non sia più questa qui, quella dove si muore davanti a un capannone”.

L’algoritmo che governa la logistica è una questione “subdola e difficile da controllare per lo Stato e per i lavoratori”. Lo afferma il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intervistato da ‘La Repubblica’, secondo cui “l’algoritmo che decide gli orari deve essere regolato nei nuovi contratti”. “C’è il rischio di avere sulla carta un bel contratto firmato e poi un algoritmo digitale che scandisce orari e turni – spiega -. Un algoritmo dentro il quale nessuno è in grado di guardare e che diventa il vero contratto da rispettare. Per questo abbiamo aperto un tavolo con la filiera per avere un confronto su questo. C’è infatti da vedere bene dentro il settore della logistica e per questo ho dato vita a una task force con Ispettorato Lavoro, Inps, e Agenzia entrate e rappresentanti degli altri ministeri competenti per capire cosa sta accadendo”. Orlando ammette che fare rispettare i diritti sindacali a un algoritmo basato all’estero “non sarà semplice”.

“L’extraterritorialità della giurisdizione non può essere un alibi – aggiunge -; non a caso sarà oggetto del G20. Devo dire che qualche passo avanti con le grandi lo stiamo vedendo. Amazon ad esempio all’inizio resisteva al confronto, poi ha dato la sua disponibilità”. “Il mio obiettivo – conclude Orlando – è che e gli Ott, i grandi, si responsabilizzino anche per i piccoli. Non possono più dire che quello che accade fuori dai loro capannoni non li riguarda, perché se loro cambiano il modo di organizzare la logistica, cambia naturalmente tutto il mondo che gli ruota intorno in subappalto. Anche per i sindacati si tratta di una sfida totalmente nuova: come si contratta con un algoritmo che rischia di svuotare di senso il contratto nazionale? Stiamo entrando tutti in un mondo diverso”.

(LaPresse)

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