Nove premier Ue chiedono i corona bond: shock contro un’emergenza senza precedenti

Foto Olivier Matthys / AP in foto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel

MILANO – Prende forma il fronte europeo a sostegno dei corona bond. Nove premier europei, tra cui il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, chiedono in una lettera congiunta uno strumento di debito comune per far fronte all’emergenza coronavirus. La lettera è firmata da Italia, Francia, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Slovenia e Spagna. La pandemia di coronavirus è “uno shock senza precedenti”, scrivono i leader Ue. Per questo, proseguono, “richiede misure eccezionali per contenere la diffusione del contagio” ma anche “l’attivazione di tutti i comuni strumenti fiscali a sostegno degli sforzi nazionali e a garanzia della solidarietà finanziaria, specialmente nell’eurozona”.

Nella lettera indirizzata al presidente del Consiglio europeo Charles Michel – al quale i leader Ue si appellano con “caro presidente, caro Charles” – i premier europei chiedono “azioni straordinarie” per limitare “i danni economici” e preparare l’Europa “a compiere i passi successivi”. In vista del vertice dei 27 di domani – rigorosamente in video conferenza – i 9 Stati membri firmatari della missiva ribadiscono la necessità di “una risposta coordinata a livello europeo” per far fronte a una crisi “globale”.

Per i leader è quindi necessario attivare “tutti i comuni strumenti fiscali a sostegno degli sforzi nazionali”, in particolare “lavorare su uno strumento di debito comune emesso da una Istituzione dell’Ue per raccogliere risorse sul mercato sulle stesse basi e a beneficio di tutti gli Stati membri, garantendo in questo modo il finanziamento stabile e a lungo termine delle politiche utili a contrastare i danni causati da questa pandemia”.

Uno strumento di debito che dovrebbe prendere forma nei cosiddetti ‘corona bond’ o eurobond, obbligazioni destinate a finanziare – considerata la pandemia – attività di controllo e prevenzione di Covid-19. I finanziamenti raccolti dai bond andrebbero a supporto, ad esempio, di strutture sanitarie, ospedali, reparti di terapia intensiva, oppure società che producono dispositivi medici o di prevenzione come mascherine o tute.

Gli stessi leader europei sottolineano che i fondi raccolti dallo strumento “saranno destinati a finanziare, in tutti gli Stati membri, i necessari investimenti nei sistemi sanitari e le politiche temporanee volte a proteggere le nostre economie e il nostro modello sociale”. Secondo i nove, “vi sono valide ragioni per sostenere tale strumento comune, poichè stiamo tutti affrontando uno shock simmetrico esogeno, di cui non è responsabile alcun Paese, ma le cui conseguenze negative gravano su tutti”.

Ma il fronte a sostegno dei corona bond ha ancora davanti non pochi oppositori. Il ministro dell’Economia tedesco Peter Altmaier mette in guardia l’Europa dall’innamorarsi di idee “apparentemente nuove e brillanti”, spesso “recettori di concetti a lungo respinti”. Altmaier sottolinea inoltre che sul tema il dibattito è ancora fantasma. Ad aprire ai corona bond è invece la presidente della Bce Christine Lagarde. Secondo indiscrezioni stampa la numero uno dell’Eurotower avrebbe chiesto ai ministri delle Finanze europei di prendere in considerazione l’emissione una tantum di questi strumenti. Oltre alla Germania, si sarebbero opposte l’Olanda e altri paesi del Nord Europa. (AWE/LaPresse)

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