Omicidio Noemi Durini, confermata in appello la condanna per l’ex fidanzato

Per lei ci sono ancora dei lati che vanno chiariti in questo delitto: "perché sono indagati i genitori

MILANO – E’ stata confermata in appello dal tribunale di Lecce la condanna a 18 anni e 8 mesi per il giovane Lucio Marzo, per l’omicidio della fidanzata 16 enne, Noemi Durini, di cui aveva poi occultato il corpo in una zona di campagna di Castrignano del Capo nel leccese, a 20 chilometri da Specchia, facendolo ritrovare nei giorni successivi sotto un cumulo di pietre.

La decisione della Corte d’Appello

I giudici della Corte di Appello hanno rigettato la richiesta di una nuova perizia psichiatrica e del riconoscimento delle attenuanti generiche, avanzata dall’avvocato Luigi Rella, difensore di Lucio Marzo. Il 19enne è in carcere dal 2017. Il legale di Marzo ha ribadito che “il margine per le attenuanti generiche c’era”, alla luce della confessione.

La reazione della madre di Noemi

“E’ andata bene. Gli hanno riconfermato i 18 anni e 8 mesi, più di questo purtroppo non gli daranno mai. Non posso perdonarlo mai, lui deve chiedere perdono a mia figlia e a lui”. E’ la prima reazione della mamma di Noemi Durini, dopo la sentenza che ha confermato la condanna dell’ex della sedicenne, reo confesso dell’omicidio.

Molti dettagli devono ancora essere chiariti

La madre della vittima, che dalla pronuncia in appello ha avuto ciò che probabilmente si aspettava come pena, cioè gli stessi 18 anni e 8 mesi inflitti all’imputato in primo grado, ora chiede di continuare a fare piena luce sull’omicidio e su eventuali complicità. Infatti, per lei ci sono ancora dei lati che vanno chiariti in questo delitto: “perché sono indagati i genitori” di Lucio Marzo.

(LaPresse/di Laura Carcano)

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