Spagna, alla Sagrada Familia permessi di costruzione dopo 137 anni

E' stata nominata patrimonio mondiale dell'Unesco nel 2005

EFE/ANDREU DALMAU

BARCELLONA – La costruzione della Sagrada Familia di Barcellona è iniziata 137 anni fa. Ma la basilica, simbolo di Barcellona, ha ottenuto i permessi di costruzione solo oggi. Il consiglio comunale ha assegnato la licenza al comitato incaricato di terminare la costruzione del tempio cattolico. Lo ha riferito ai giornalisti Janet Sanz, responsabile della pianificazione urbana.

La costruzione della Sagrada Familia

Le autorità hanno scoperto solo nel 2016 che l’edificio che attira milioni di visitatori ogni anno non aveva mai avuto il permesso di costruire da quando la costruzione iniziò nel 1882. Sanz ha detto che il consiglio è finalmente riuscito a “risolvere un’anomalia storica della città, che un monumento emblematico come la Sagrada Familia non ha un permesso di costruzione. Che è stato quindi costruito illegalmente”.

La basilica sarà completata nel 2026

Secondo il comitato incaricato di terminare la costruzione della basilica non ancora completata, Antoni Gaudi aveva chiesto al municipio di Sant Marti, un villaggio ora assorbito a Barcellona, il permesso di costruzione nel 1885, ma non ottenne mai una risposta. Circa 137 anni dopo, la costruzione è finalmente legale. Il nuovo permesso di costruzione afferma che la basilica sarà completata nel 2026. Con un’altezza massima di 172 metri e un budget totale di 374 milioni di euro.

Il monumento più visitato di Barcellona

Progettata da Gaudi, il celebre architetto catalano noto anche per il Park Guell, la Sagrada Familia è stata nominata patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2005. La costruzione, finanziata esclusivamente da donazioni e biglietti d’ingresso, si concluderà nel 2026. In coincidenza con il centenario della morte di Gaudi, che perse la vita investito da un tram. La basilica è il monumento più visitato di Barcellona, con 4,5 milioni di persone nel 2017, e una delle principali attrazioni turistiche del Paese.

(LaPresse/AFP)

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