Paolantoni: “Noi tifosi sconfitti dalla violenza e dal razzismo”

L'attore: “A quelli che hanno fatto gli ululati razzisti dico solo: jat’ a ffà e’ buuuu che mamme voste”.

Francesco Paolantoni
NAPOLI – Sul suo profilo Instagram, dopo Inter-Napoli, Francesco Paolantoni, attore, autore teatrale e grande tifoso azzurro, ha esorcizzato il razzismo del Meazza con la sua proverbiale ironia: “A quelli che hanno fatto gli ululati razzisti dico solo: jat’ a ffà e’ buuuu che mamme voste”. Chi meglio di lui, tra i primi in Italia a ironizzare sul calcio, per parlare del Napoli e della notte nera del Boxing Day.
Esimio Paolantoni, che effetto le ha fatto la vergogna di San Siro?
“Indignazione ma anche schifo. Perché quello dell’altra sera non è un episodio isolato ma l’ennesima manifestazione di un clima di imbecillità, razzismo e violenza che oggi è imperante. Un clima che rovina il gusto della gente di far finta di essere tifosi”.
Sta dicendo che il tifo è morto?
“No, sto dicendo che, per come vanno le cose, non si riesce a fare i tifosi in maniera sana perché c’è del marcio e questo allontana ancora di più la gente dal calcio. Certo, ci sono persone che lo seguono a prescindere da tutto, ma questo clima fa passare la voglia. Perché una partita di calcio diventa il motivo per sfogare la barbarie, è la bassezza umana che viene fuori in un contesto in cui invece dovrebbe essere tutto pulito, dove dovrebbe esserci quell’unione che lo sport dovrebbe creare”.
Carlo Ancelotti dice che il Napoli la prossima volta dinanzi a cori razzisti lascerà il campo ma il presidente della Figc Gravina dice che se lo farà davvero perderà la partita a tavolino perché vìolerà le regole….
“Sarebbe molto meglio perdere una partita a tavolino ma sollevare proteste e clamore. Una cosa del genere forse riuscirebbe a fare finalmente indignare la gente. E chissenefrega di perdere una partita… Ma qui purtroppo si dà importanza ai punti e non al fattore umano, qui è diventata più importante la partita dell’uomo e dei suoi valori. E’ una cosa tragicamente ridicola”.
Il calcio è lo specchio della società attuale…
“Soprattutto direi che il calcio è lo specchio dei rapporti umani, dell’attuale mancanza di umanità e di valori. Stiamo arrivando a dei livelli tremendi. E il brutto è che a me così come ad altri, queste cose non meravigliano più. A me comunque continuano ad indignare ma dovrebbe indignarsi la gente che conta, cosa che invece non succede. Perché, poi, alla fine di tutto, quello che conta è il giro di soldi che c’è dietro al calcio.  E’ una cosa orribile che prende in giro i tifosi”.
Lei è stato tra i primi, nel mondo dello spettacolo, a ironizzare sul calcio. Oggi sembra quasi impossibile: perché?
“E’ diventato un argomento serioso, pesante. La cosa che a me più sconcerta è  quando vedo i talk show del giorno dopo le partite: c’è più animosità in quei salotti che nei vari talk politici. C’è soprattutto un’energia negativa e una rabbia, che trasudano. Sembrano tutti arrabbiati anche se poi alla fine dicono tutti la stessa cosa o cambiano opinione al primo giro di vento: la settimana prima un allenatore o un calciatore sono straordinari, quella dopo una schifezza. Finiscono per diventare ridicoli”.
Proviamo a parlare di calcio giocato: sconfitta di Milano a parte, il Napoli di Ancelotti le sta piacendo?
“Direi di sì. Ancelotti, diversamente da Sarri, varia l’impostazione tattica della squadra e fa giocare tutti. Penso che il Napoli sia il vero vincitore dello scudetto, nel senso del vero campionato, quello sano, senza trucchi. Ecco, se si giocasse un campionato parallelo, a vincerlo saremmo noi”.
In effetti la Juve è più forte in campo ma anche fuori e non fa nulla per nasconderlo, anzi…
“Che i bianconeri siano potenti lo sappiamo. E infatti se la battaglia si combattesse solo in campo, sono convinto che le cose andrebbero diversamente. Però purtroppo il campo in questa sfida è relativo”.
Oggi loro sono tracotanti, sbattono in faccia a tutti il loro potere e non fanno nulla per nasconderlo… 
“Ma era inevitabile che si arrivasse a questo. Se uno resta impunito più volte, il suo comportamento diventa la regola. Ed è naturale che si diventi più arroganti, che si perda ogni pudore”.
La sconfitta con l’Inter ha chiuso il discorso scudetto per il Napoli?
“Ma scusi, quando mai è stato aperto? Per me era chiuso dall’inizio, chi pensava che gli azzurri superassero la Juventus, francamente era un ingenuo”.
Lei ha elogiato Ancelotti: mi pare di capire che non era un Sarrista…
“Non sono nostalgico di Sarri, pur riconoscendo la bontà del suo lavoro. Ancelotti mi piace per il suo carisma e anche perché fa ruotare i giocatori. E’ un allenatore che sa leggere le partite, valuta la situazione dalla panchina è interviene”.
Forse il suo Napoli è meno spettacolare di quello del suo predecessore….
“Ma la concretezza, il pragmatismo, sono strade maestre per raggiungere i risultati. E poi francamente io lo spettacolo l’ho visto in diversi frangenti. Anche la squadra mi sembra più preparata, forse anche più tonica dal punto di vista fisico”.
Questo potrebbe essere l’anno giusto per togliersi uno sfizio in Europa?
“Sì, non c’è dubbio. L’Europa League è un obiettivo alla portata perché Ancelotti è uno specialista e poi perché ormai abbiamo una squadra di giocatori esperti”.

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