Nuovi boss scalano il Parco Verde, secondo raid contro don Patriciello

I rampolli delle cosche litigano per la spartizione delle piazze di spaccio e si rischia l’escalation. Un cartello con la scritta ‘bla bla bla. Pe mo’ davanti alla chiesa del prete anticamorra di Caivano

NAPOLI – Guerra per gli stupefacenti a Caivano. La droga scatena gli appetiti dei nuovi boss. E nel mirino finisce don Maurizio Patriciello, che toglie i ragazzi dalla strada (e quindi ai clan). I ras si dividono le piazze di spaccio e non tollerano le ingerenze. Lo fanno capire a modo loro. Nel Parco Verde c’è il più grande business a livello europeo: dopo la prima faida di Scampia, qui sono state trasferite le più importanti postazioni per vendere droga. E il prete sa bene come vanno queste cose: conosce chi fa e cosa fa. Arriva dal rione don Guanella. Ieri nuove minacce al parroco anti camorra: all’alba è stato trovato un cartello con la scritta: ‘Bla, bla, bla. Pe mo’. Legato al cancello davanti alla chiesa. Poi il polverone. Ma il parroco tiene i piedi saldi a terra: “Stanotte, dopo la bomba di due settimane fa, hanno sistemato questa scritta.

Gli inquirenti stanno cercando di capire quale sia il messaggio veicolato. Tutto nelle mani del buon Dio”. A lanciare il grido di guerra ci pensa il senatore Sandro Ruotolo: “Pe mo’, vuol dire per ora. Cioè fino ad oggi abbiamo scherzato – sintetizza – loro non demordono, ma neanche noi. Continuano a sfidarci”. A Caivano i nuovi ras si stanno spartendo le piazze di spaccio e ogni intromissione crea forti malumori. Don Patriciello da tre giorni è sotto scorta e mercoledì scorso, in solidarietà con il sacerdote, la commissione parlamentare antimafia si è riunita proprio nella sua parrocchia. Un segnale forte. Le istituzioni si muovono. L’altro ieri il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese lo ha incontrato in prefettura: “Non resterà mai solo”. E i fatti le danno ragione. Continuano ad arrivare notizie inquietanti. Per Ruotolo ci sono pochi margini: “È una minaccia della camorra, l’ennesima. Il cartello davanti alla stessa chiesa, dove poche notti fa avevano fatto esplodere un ordigno. Loro lanciano i loro messaggi e oggi volevano essere certi, che il vento non portasse via il cartello, avendolo legato al cancello con il filo di ferro”.

Poi la controffensiva: “Come comitato di liberazione abbiamo acceso i riflettori e chiesto allo Stato di fare la sua parte. Padre Maurizio Patriciello da poche ore vive protetto dallo Stato. Il ministro Lamorgese ha annunciato la costituzione della compagnia dei carabinieri proprio a Caivano. Noi siamo soddisfatti ma diciamo anche che non basta”. Quindi taglia corto: “Se è vero che la questione criminale a Napoli è un’emergenza nazionale diventa prioritaria la lotta ai clan dell’area Nord di Napoli. Abbiamo una serie di richieste. Chiediamo alle istituzioni di confrontarsi con noi. Verrà il giorno in cui cacceremo la camorra dai nostri territori. Chi non è contro la camorra è complice della camorra”.

E il cartello apparso 24 ore dopo la visita del ministro dell’Interno suona come un monito per le istituzioni: i clan non arretrano. Indagano i carabinieri. Il primo passo è visionare i filmati delle telecamere nell’isolato. Don Patriciello non si smuove più di tanto: “Faccio il parroco e dunque non posso avere paura. Infatti non ne ho. Continuerò a fare ciò che ho sempre fatto, il prete”. Lo ha detto più volte: si affida a Dio, seguirà la sua volontà. Una sorta di vocazione. Chi sa cosa ha voluto dire quel ‘solo chiacchiere, per ora’.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome