Parigi, Salah Abdeslam: “Attacco alla Francia in risposta ai raid contro l’Isis”

"Abbiamo preso di mira la Francia, la popolazione, i civili, ma non abbiamo nulla di personale contro queste persone. Abbiamo preso di mira la Francia, null'altro. Gli aerei francesi che bombardano lo Stato islamico non fanno distinzione tra uomini, donne e bambini", abbiamo voluto "sottoporre la Francia allo stesso dolore che subiamo".

MILANO – “Abbiamo preso di mira la Francia, la popolazione, i civili, ma non abbiamo nulla di personale contro queste persone. Abbiamo preso di mira la Francia, null’altro. Gli aerei francesi che bombardano lo Stato islamico non fanno distinzione tra uomini, donne e bambini”, abbiamo voluto “sottoporre la Francia allo stesso dolore che subiamo”. Lo ha dichiarato Salah Abdeslam, in tribunale a Parigi, accusato nel processo per gli attentati del 13 novembre 2015, ha riferito Bfmtv. Ha continuato: quando l’ex presidente François Hollande “ha deciso di attaccare lo Stato islamico, sapeva che la sua decisione comportava rischi, sapeva che uomini e donne francesi sarebbero morti”. L’accusato ha poi detto di sapere che le sue parole “potrebbero scioccare”, ma che il suo obiettivo è “essere sincero con chi prova un dolore enorme, il minimo che si può fare è essere sinceri”. Vestito di nero, senza togliersi la mascherina nera dal volto, è stato l’ultimo di 14 imputati in aula a parlare. Nove uomini armati e attentatori suicidi legati al gruppo estremista dello Stato islamico attaccarono vari luoghi di Parigi, partendo dallo stadio nazionale, fino alla sala concerti del Bataclan. Abdeslam è l’unico sopravvissuto di quella cellula terroristica, per la maggior parte composta da belgi e francesi. Sei persone sono processate in absentia. La stessa rete colpì l’aeroporto e la metropolitana di Bruxelles nel marzo 2016, uccidendo altre 32 persone. Mohammed Abrini, anche lui a processo a Parigi, lasciò la capitale la notte prima degli attacchi di novembre 2015, ma prese parte a quelli in Belgio. Ha ammesso la propria responsabilità: “Ammetto la mia partecipazione agli attentati”, “non sono né il comandante né la mente. Non ho fornito né aiuto logistico, né finanziario”.

LaPresse

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