Parlamento, 5 decreti in 50 giorni: manovra e Colle, allarme ‘ingorgo’ alle Camere

Nei prossimi cinquanta giorni il Parlamento sarà chiamato ad approvare cinque decreti del governo.

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ROMA – Nei prossimi cinquanta giorni il Parlamento sarà chiamato ad approvare cinque decreti del governo. Altrimenti decadranno provvedimenti di primo piano su frodi, Green pass e agevolazioni fiscali. Tanto per citarne alcuni titoli. Procedendo con ordine, il primo testo ad avere le ‘ore contate’ è il dl sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 6 novembre ma poi aggiornato e in vigore dallo scorso 16 novembre, a cui va concesso il disco verde definitivo entro 15 giorni. Alla Camera il governo ha posto la questione di fiducia, ma il testo andrà poi mandato al vaglio del Senato prima della pausa per le festività natalizie. La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha già ‘sgomberato’ il passaggio assegnando il 23 dicembre come data di potenziale approdo in aula, ma prima occorrerà un passaggio nelle commissioni parlamentari competenti. Ecco perché, anche al Senato, non è escluso un nuovo ricorso alla fiducia.

Molto dipenderà, però, dalla legge di Bilancio 2022, su cui i lavori procedono molto lentamente, in attesa che maggioranza ed esecutivo sciolgano tutte le riserve siglando l’intesa sui macro-temi ancora aperti. La strada sembra tracciata, ma l’arrivo nell’emiciclo della camera alta rischia di slittare rispetto al programma (21 dicembre). A Montecitorio, invece, di manovra se ne discuterà dopo Natale, con lo spazio liberato dal 27 al 30 dicembre. Da gennaio, invece, inizieranno le operazioni di voto per la scelta del nuovo presidente della Repubblica e, a meno di clamorosi risvolti nelle trattative tra le forze politiche, difficilmente la questione si risolverà entro le prime quattro consultazione dei 1.009 grandi elettori. Dunque, il rischio – anzi, la quasi certezza – è che si andrà avanti anche nella prima metà del mese febbraio 2022.

Motivo per il quale bisognerà chiudere le pendenze arretrate per tempo. Come il decreto per il contrasto alle frodi sul Superbonus 110% in edilizia, che scadrà nei prossimi 20 giorni, soltanto cinque in più del Pnrr. Il provvedimento deve ancora il primo vaglio del Senato, poi se approvato sarà successivamente trasmesso alla Camera. Stesso timing anche per il dl antifrodi generale, quello che riguarda il settore delle agevolazioni fiscali ed economiche: entrato in vigore l’11 novembre scorso, assieme al ‘gemello’, attende il via libera prima di Palazzo Madama e poi di Montecitorio. Sono 35, invece, i giorni che separano il decreto sul Super Green pass dalla sua decadenza, entrato in vigore il 26 novembre. Infine, mancano 50 giorni alla fine della validità del decreto su ‘Misure urgenti finanziarie e fiscali’, il cosiddetto dl Bollette, varato il 10 dicembre scorso ed entrato in vigore il giorno dopo. Anche questo provvedimento è assegnato in prima istanza al Senato. Ma è comunque l’intero Parlamento a rischiare l’ingorgo istituzionale, perché la scadenza importante si avvicina a grandi falcate: manca meno di un mese all’inizio degli scrutini per il nuovo capo dello Stato. Serve tutto lo spazio, politico e di manovra, possibile.

Di Dario Borriello

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