Pd, è ufficiale: primarie il 3 marzo

Le primarie nazionali del Pd si svolgeranno il 3 marzo e le candidature dovranno essere presentate entro il 12 dicembre

ROMA – La direzione nazionale del Pd ha approvato il regolamento per il congresso: le primarie si svolgeranno il 3 marzo e sarà possibile presentare le candidature entro il 12 dicembre. Il regolamento è stato approvato con nessun voto contrario e 4 astenuti.

Martina e Richetti corrono insieme

Nelle scorse ore è arrivato l’annuncio che Maurizio Martina e Matteo Richetti correranno insieme per la segreteria del Pd. L’ex portavoce della segreteria di Matteo Renzi ha deciso di accettare l’invito arrivato da più parti a fare squadra con il segretario uscente. “Piazza del Popolo me la ricordo. Molti mi chiedevano di candidarmi, ma tutti ancora di più ci chiedevano unità”, dice. Richetti promette “lealtà e sostegno” e chiede in cambio , “radicalità e coraggio”. Martina si dice pronto. “Siamo somma, non divisione – rilancia – E’ la dimostrazione che si possono rompere gli schemi per lavorare insieme. Oltre i tatticismi, i veti, le correnti, le convenienze”.

Gli “zingarettiani”: con Martina sempre più renzismo

Parere opposto fra i sostenitori di Nicola Zingaretti. L’ex portavoce di Renzi sostiene il già ministro e vicesegretario di Renzi. “È una scelta che ha il pregio della chiarezza. Con l’arrivo di Richetti la candidatura Martina è sempre più in continuità con la stagione renziana”, dice  Antonio Misiani. Usa la formula della “continuità con il renzismo” anche Monica Cirinnà, attirando su di sé le ire dei parlamentari vicini all’ex premier.

Manovra di disturbo per fermare Zingaretti

Nell’entourage del governatore del Lazio (che incassa anche il sostegno di Luigi Berlinguer), in ogni caso, è più che una convinzione si tratti quasi di un’operazione studiata a tavolino per impedire a Zingaretti di raggiungere il 50% più uno dei consensi, quota necessaria – statuto alla mano – per eleggere il segretario direttamente nei gazebo senza demandare l’elezione in assemblea. Sembra naufragare, infatti, quel ‘gentlemen agreement’ tra candidati per consentire a chi vince le primarie, indipendentemente dalla percentuale raggiunta, di guidare i Dem. A storcere il naso sia Richetti (e quindi Martina) che Minniti, contrari a bypassare lo statuto. In questo modo, l’assemblea rimarrebbe renziana tra Martina, Richetti e Minniti.

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