Pd, sfuma la cena a casa dell’ex ministro Calenda

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Carlo Calenda

Roma – Metti una sera a cena Gentiloni, Renzi, Minniti e Calenda: tutto (quasi) sfumato. All’invito dell’ex ministro dello Sviluppo economico i tre hanno risposto in modo affermativo, ma l’unico entusiasta pare essere lo stesso padrone di casa che ha apprezzato il “gesto di responsabilità” dei partecipanti, parlando di data ‘top secret’.

Di fatto, anche se Calenda professa ottimismo, qualcuno tra i diretti interessati confida alle persone più vicine che la cena non si farà. Matteo Renzi è in Cina e fa sapere che anche la settimana prossima sarà all’estero. Non è un mistero che da giorni ripeta di concentrarsi contro il governo e non nelle dispute interne al Pd.

Tiepido anche il ‘sì’ di Paolo Gentiloni

Nelle sua newsletter, il senatore fiorentino torna a ribadire che un Partito democratico “depolemicizzato” è possibile. Renzi vuole sfuggire qualsiasi tipo di controversia e la cena a casa di Calenda senza Maurizio Martina ne ha già innescate. “Penso sia importante che il PD non riprenda la consueta polemica interna – mette nero su bianco il senatore di Firenze -. L’ho detto ovunque, l’ho scritto. A forza di fuoco amico si ammazza qualunque leaderhsip. E speriamo che stavolta chi deve capire, capisca”. Renzi interviene dopo l’ennesimo cortocircuito del Pd provocato questa volta dalle parole di Matteo Orfini che aveva proposto di “stracciare lo statuto” e rifondare il partito.

Sembra invece destinata a maggiore successo la cena in trattoria organizzata per la prossima settimana da Nicola Zingaretti, da alcuni già battezzata la ‘controcena’. Una contromossa a cui però Calenda non vuole credere.

Congresso “diverso, aperto e partecipato

Nel carnet degli inviti compaiono un imprenditore del Sud, un operaio, una studentessa, un professore, un amministratore impegnato nella legalità, un giovane professionista e l’esponente di un’associazione solidale. L’iniziativa rientra nell’idea di Zingaretti di un congresso “diverso, aperto e partecipato”. Ai convitati, il governatore del Lazio chiederà che cosa il Pd deve fare per riprendere “a lottare e a vincere”.

Ma quello che salta agli occhi è il tempismo dell’unico candidato alla segreteria Dem nel pubblicizzare l’invito a ventiquattr’ore da quello dell’ex ministro: quasi una sfida tra due visioni, una in apparenza più elitaria e l’altra ‘di popolo’. Un assist alla sua corsa alla segreteria, che Renzi proprio non vuole dargli.

Mentre tutti parlano di “cene e tattica”, l’entourage di Martina sottolinea come domenica sera il segretario sia stato a cena con gli sfollati di Genova, lunedì a Reggio Emilia al quartiere Santa Croce dove il governo ha tagliato le risorse del bando periferie, poi ai cancelli di Amazon a incontrare lavoratori. Insomma, un terzo modo di fare politica all’interno del Pd: ‘fianco a fianco’, per dirla con Martina, per strada con la gente. Le ‘amichevoli’ in vista del congresso dem sono appena all’inizio.

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