Pedofilia, condannato il cardinale Barbarin: presenta le dimissioni al Papa

Pedofilia, il cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, presenterà le dimissioni a Papa Francesco dopo che un tribunale della sua città lo ha condannato a sei mesi di carcere

Photo by JEAN-PHILIPPE KSIAZEK / AFP)

LIONE (LaPresse/AFP) – Pedofilia, il cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, presenterà le dimissioni a Papa Francesco dopo che un tribunale della sua città lo ha condannato a sei mesi di carcere (con sospensione condizionale della pena) con l’accusa di non avere denunciato abusi sessuali da parte di un prete della sua diocesi. I legali del porporato presenteranno ricorso in appello perché non reputano convincente la motivazione del tribunale, ma intanto Barbarin ha annunciato: “Ho deciso di andare a vedere il Santo Padre per presentargli le mie dimissioni. Mi riceverà fra qualche giorno”.

Il prelato ha comunicato la sua scelta in conferenza stampa, dove si è presentato scuro in volto, dicendo di avere “preso atto della decisione del tribunale”. Per i giudici, è “colpevole” di silenzi sulle aggressioni pedofile commesse su alcuni scout da padre Bernard Preynat prima del 1991, aggressioni delle quali fu avvertito da una vittima nel 2014. Arcivescovo di Lione dal 2002, cardinale dal 2003, Barbarin è il più alto dignitario cattolico francese a essere condannato in un caso del genere. Prima di lui erano stati condannati due vescovi, nel 2001 e nel 2018. Uno scandalo che incarna da tre anni, in Francia, la crisi che la Chiesa attraversa in relazione ai casi di pedofilia.

Condannato a sei mesi il cardinale Barbarin

Nel corso del processo, all’inizio di gennaio Barbarin ha ripetuto di non avere “mai provato a nascondere, men che meno a coprire questi fatti orribili”. Di avere “fatto la scelta in coscienza” di non dire niente alle autorità giudiziarie “per preservare l’istituzione a cui appartiene”. “Volendo evitare lo scandalo, Philippe Barbarin ha preferito assumersi il rischio di impedire che la giustizia scoprisse vittime molto numerose. E di abusi sessuali e di vietare che esprimessero il loro dolore”, afferma il tribunale. Asserzione respinta dalla difesa: “La motivazione del tribunale non mi convince. Contesteremo dunque questa decisione con tutti i canali legali utili”, ha riferito l’avvocato Jean-Félix Luciani. Sottolineando che a suo parere” è molto difficile per il tribunale resistere a una tale pressione mediatica”.

Gli altri cinque imputati, ex membri della diocesi con Barbarin, non sono stati condannati. Per quattro di loro il tribunale ha valutato che il fatto non sussisteva, per il quinto che fosse prescritto. I giudici hanno respinto le argomentazioni degli avvocati del cardinale. Per loro, Barbarin avrebbe dovuto denunciare i fatti del 2010 quando discusse con padre Preynat del suo passato. Ma questi fatti sono già caduti in prescrizione. Non lo sono invece quelli dal 2014 in poi, quando l’arcivescovo incontrò una delle vittime, Alexandre Hezez, che lo avvertì del suo caso e, potenzialmente, di molti altri. “C’era l’obbligo di denunciare”, affermano i magistrati, mentre la difesa ritiene che l’ex scout avrebbe potuto sporgere denuncia da sé, cosa che ha fatto nel 2015.

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