Piazza di spaccio a domicilio, arrestato lo zio di Luigi Caiafa

Il 47enne fermato dai carabinieri dopo uno scambio con un cliente

NAPOLI – I Quartieri Spagnoli restano una zona calda dal punto di vista criminale. I carabinieri del nucleo investigativo della compagnia Napoli Centro erano impegnati in un controllo del territorio nella zona di vico del Consiglio. Erano le 3 e 30 circa quando Francesco Marrazzo, 47 anni, è stato sorpreso a cedere una dose di cocaina a due clienti. Il monitoraggio si è esteso anche alla sua abitazione, in cui sono stati trovati 415 euro in contanti, soldi ritenuti provento di attività illecita. Non solo. insieme a lui c’era la moglie che è stata a sua volta denunciata perché era presente in casa durante la cessione di droga. Ma non si tratta solo di un arresto per spaccio. Sì, perché il 47enne è il marito di Antonietta Caiafa, sorella di Ciro Caiafa, il 40enne assassinato il 30 dicembre scorso in via Sedil capuano, nonché zio di Luigi Caiafa, il 17enne rimasto ucciso mentre commetteva una rapina in via Duomo. Due morti violente per il cognato e il nipote che non sarebbero collegate. L’ultimo giorno dell’anno era iniziato da un’ora o giù di lì, quando in via Sedil Capuano si sentì sparare. La porta dell’abitazione del civico 12 dà sulla strada, è uno di quelli che vengono definiti ‘bassi’.

Quando i killer la spalancarono, all’interno trovarono due persone. Unoera Ciro Caiafa, il 40enne che viveva in quell’abitazione con la famiglia, l’altro era un 28enne tatuatore che stava facendo il suo lavoro in piena notte e in maniera clandestina, visto che c’era il coprifuoco. Caiafa però voleva a tutti costi fare quel tatuaggio, una croce con scritto all’interno il nome del figlio Luigi. Una perdita che Ciro Caiafa non accettava. Proprio accanto all’abitazione, infatti, sorgeva un enorme murale che riproduceva il viso sorridente di Luigi Caiafa. Quel ritratto suscitò non poche polemiche fino alla sua cancellazione. Ma torniamo al momento in cui la porta spalancò all’interno dell’abitazione del 40enne. La luce era accesa, localizzare il bersaglio non era difficile e l’uomo con la pistola aprì il fuoco più volte mirando al suo obiettivo. Nella concitazione dell’agguato, un proiettile raggiunse al fianco anche il 28enne che si trovava accanto a Caiafa. Da quel momento fu il caos. Una serie di urla, poi la chiamata al 118 e una corsa disperata al pronto soccorsi dell’ospedale Vecchio Pellegrini dove i due uomini giunsero quando l’orologio segnava l’1:15 minuti. Ciro Caiafa, 40 anni compiuti il 25 febbraio, morì a causa delle gravi ferite riportate. Il 28enne incensurato fu raggiunto da un proiettile al fianco, ma le sue condizioni, fin da subito non apparvero gravi, tanto che fu dimesso nella stessa giornata. Ma chi era Ciro Caiafa? Nel corso di questi ultimi mesi il 40enne aveva vissuto una sovraesposizione mediatica generata dalle drammatiche circostanze in cui era rimasto ucciso suo figlio Luigi.

Il ragazzo che avrebbe compiuto 18 anni il 2 dicembre era uno dei rapinatori in sella uno motorino che puntarono una pistola (poi rivelatasi un giocattolo) verso alcuni giovani seduti in auto. Dal lato opposto della strada arrivarono i poliziotti. Un agente si abbassò, mirò e fece fuoco. La scena fu ripresa dalle telecamere di sorveglianza di via Duomo del colpo finito in tragedia e costato la vita, lo scorso 4 ottobre, al figlio del 40enne. La procura della Repubblica autorizzò la divulgazione delle immagini e invitò chiunque fosse “in grado di rendere informazioni utili a contattare il più vicino ufficio di polizia”. Da quel momento in poi iniziò una sorta di campagna da parte della famiglia che, a più riprese, chiedeva “giustizia”. In tanti sui social parlarono di Luigi Caiafa come di un bravo ragazzo, sensibile e gentile. Ma di fatto, malgrado la giovane età, era un volto già noto alle forze dell’ordine. La prima volta che Luigi Caiafa ebbe a che fare con i ‘Falchi’ della Questura di Napoli, fu nel marzo del 2019. Non aveva ancora 16 anni quando gli agenti fecero irruzione in una palazzina di vicoletto Gabella della Farina dove era stata allestita una piazza di spaccio.

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