Pietro Fuda, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa

Pietro Fuda, ex sindaco di Siderno e, in passato, presidente della provincia di Reggio Calabria e senatore della Repubblica, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa

REGGIO CALABRIA (LaPresse) – Pietro Fuda, ex sindaco di Siderno e, in passato, presidente della provincia di Reggio Calabria e senatore della Repubblica, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. E’ quanto si apprende da una nota della questura di Reggio Calabria. Fuda, secondo l’accusa, avrebbe favorito la cosca Commisso. Nell’indagine si parla anche dei collegamenti tra mafia calabrese e massoneria.

L’Ex sindaco di Siderno e la ‘Ndrangheta’

Fuda, si legge in una nota della questura di Reggio Calabria, è “ritenuto anche in collegamento con una struttura segreta di tipo massonico collegata alla ‘ndrangheta”. Secondo gli investigatori sarebbe stato “candidato a sindaco con l’appoggio della lista ‘Centro democratico’. Sostenuta dalla cosca Commisso di Siderno. In particolare, da Antonio Commisso, dopo la sua elezione a sindaco”. La polizia parla di “apporto scientemente fornito dalla cosca, in ragione dell’appoggio elettorale ricevuto”.

L’ex sindaco di Siderno Pietro Fuda, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, avrebbe consentito alla ‘ndrangheta di assumere “una posizione di influenza” nel Comune reggino. “Promuovendo e consentendo la nomina a presidente del consiglio comunale di Paolo Fragomeni”. Legato, spiegano gli investigatori, “da vincoli di parentela con la famiglia di ‘ndrangheta dei Commisso intesi i ‘Quagghia’”. E’ quanto si apprende dalla questura di Reggio Calabria. In merito a un’indagine che tocca i collegamenti tra politica, mafia calabrese e massoneria.

Fuda, già senatore della Repubblica e presidente della provincia di Reggio Calabria, avrebbe anche “agevolato gli interessi delle famiglie di ‘ndrangheta locali. Adeguandosi alle loro logiche spartitorie nel campo dei lavori pubblici e di controllo del territorio. Condizionando le scelte dell’amministrazione sull’eventuale modifica dell’area della zona industriale di Siderno, ubicata in zona Pantanizzi”. Si legge in una nota. Inoltre, sempre secondo l’accusa, avrebbe operato affinché una ditta aggiudicataria dei lavori per la realizzazione di opere di urbanizzazione secondaria e verde attrezzato a Siderno Superiore – nel quartiere ‘Cavone’, per un importo complessivo pari a quasi 400mila euro – si rifornisse del materiale necessario alla realizzazione delle opere (‘pietre di Canolo’) da un pregiudicato per associazione mafiosa.

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