Ponte Genova, Toti tuona: “Dal governo solo no e la città affonda”

Il governatore della Liguria invita il Governo ad accelerare i tempi

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse In foto Giovanni Toti

Roma (LaPresse) – “Il governo vuole legittimamente rivedere le concessioni e il rapporto con la società Autostrade. Bene. Però Autostrade è una spa quotata in Borsa e partecipata da molte migliaia di italiani. Se qualcuno ha sbagliato non devono pagare i dipendenti o i piccoli azionisti, ma i vertici, le persone fisiche.

Nella mozione di maggioranza approvata giovedì scorso in Parlamento, c’è scritto che Autostrade è tenuta a ripristinare nel più breve tempo possibile la funzionalità dell’infrastruttura e ad accollarsi i costi di questo intervento così come stabilisce il contratto di concessione.

Ed è la verità”!. Così in un’intervista a Repubblica il governatore della Liguria Giovanni Toti. “Per quale ragione i contribuenti italiani devono anticipare i soldi che potrebbe invece pagare Autostrade? – ragiona – E con quali rischi di ricorsi, che bloccherebbero anche il cantiere del ponte? È come se dopo aver subìto un incidente stradale, invece di chiedere il risarcimento del danno decidessi di pagarmelo io e di attendere il risultato di una causa legale per avere indietro i soldi”.

Il governatore della Liguria invita il Governo ad accelerare i tempi

“La nostra idea di un’associazione temporanea d’imprese guidata da Fincantieri, con il progetto di Renzo Piano e il contributo di altre aziende del territorio, magari l’acciaio dell’Ilva e la certificazione del Rina – spiega Toti – può fare avviare i lavori senza interferire con le valutazioni sul rinnovo delle concessioni o sul lavoro della magistratura per stabilire le responsabilità”. per uscire dall’impasse, aggiunge, basterebbe “chiarire il fatto che Autostrade, all’interno del consorzio di imprese, non può avere una posizione dominante, dev’essere l’ente pagatore con una quota molto bassa. Non possiamo escluderla, perché per legge dev’essere Autostrade ad aprire il cantiere”.

E conclude: “Continuo a pensare, con il sindaco di Genova Marco Bucci, che il commissario all’emergenza debba essere anche commissario alla ricostruzione, perché stiamo lavorando su un terreno difficilmente divisibile. Dove finisce l’emergenza e dove comincia la ricostruzione? Se il governo vuole aiutarci deve semplificare, non aggiungere altri soggetti”.

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