Ponticelli, bombe per il controllo della droga

Ponticelli, bombe per il controllo della droga
Ponticelli, bombe per il controllo della droga

NAPOLI – Almeno per un po’ di tempo a Ponticelli tornerà la calma. Almeno è quello che sperano i residenti e le forze dell’ordine dopo la retata all’alba di lunedì. I 55 arresti effettuati dai carabinieri e dagli agenti di polizia hanno spazzato via il clan De Luca Bossa e i sodali, ovvero i Minichini, i Reale, i Casella e i Rinaldi. Insieme formavano un cartello camorristico potente al punto da sfidare anche i Mazzarella. Infatti questi ultimi si intromisero per favorire gli accordi tra il gruppo del Lotto Zero e i rivali per la spartizione dei proventi delle piazze di spaccio. Intesa favorita dai Mazzarella per evitare altri spargimenti di sangue e accettata dai De Martino negli anni in cui gli elementi di spicco dei De Micco erano finiti in carcere. L’accordo, però, è saltato per volere dei De Luca Bossa, i quali mal interpretarono la scelta dei Bodo di provare ad estendersi dopo gli arresti di Giuseppe Righetto e Nicola Ausilio. A porre fine all’accordo su Luigi Austero. Negli ultimi mesi i De Luca Bossa hanno provato a mettere le mani sui business illeciti, approfittando anche della scarcerazione di Christian Marfella, che attendeva la fine del 2022 per tornare un uomo libero. Non ha fatto in tempo, perché lunedì è stato raggiunto da una nuova ordinanza di custodia in carcere. Come lui altri 52 sodali, mentre due sono stati ristretti ai domiciliari. Per altri quattro è stato disposto il divieto di dimora nel Comune di Napoli. Rispondono a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione e detenzione di armi.

Quattrocento euro a testa per il cellulare in carcere

Nelle pagine dell’ordinanza che ha accompagnato i provvedimenti notificati agli indagati lunedì mattina viene rivelato come il clan De Luca Bossa e i sodali gestissero tutte le attività illecite svolte nell’area di Ponticelli. Il controllo avveniva in maniera diretta e indiretta, con le richieste estorsive inoltrate nei confronti di parcheggiatori abusivi, venditori ambulanti di sigarette di contrabbando e prostitute. Nelle intercettazioni effettuate dalle forze dell’ordine si è evito come la cosca del Lotto Zero gestisse l’area di sosta all’esterno dell’Ospedale del Mare. Gli arresti eccellenti operati dai tutori della legge prima del blitz di lunedì mattina non aveva fermato l’ascesa del gruppo criminale. Infatti diversi elementi di spicco del clan De Luca Bossa erano riusciti a comunicare con l’esterno nonostante fossero rinchiusi in cella. Il gruppo malavitoso, infatti, era stato capace di introdurre telefoni cellulari all’interno degli istituti penitenziari. Questo, secondo le accuse, grazie al pagamento di una somma di denaro. Nell’ordinanza è rivelato come nel novembre del 2020 Umberto De Luca Bossa e Roberto Boccardi, entrambi detenuti nel carcere di Secondigliano, abbiano ordinato rispettivamente alla moglie e alla madre di versare la quota di 400 euro ad Alessandro Ferlotti per l’acquisto di un telefono cellulare. Sempre secondo quanto raccolto dagli inquirenti, anche Renato Boccardi, fratello di Roberto, sarebbe riuscito a comunicare con l’esterno dal carcere di Rossano.

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