Ponticelli, preso capozona dei De Luca Bossa

La cosca è federata con i clan Minichini e Casella. Accertamenti balistici sull’arma. Il 33enne, ai domiciliari, nascondeva nella camera da letto una pistola semiautomatica calibro 22 carica e con matricola abrasa

NAPOLI – Nasconde una pistola carica in casa, arrestato capozona del clan De Luca Bossa-Minichini-Casella. E’ l’esito dell’attività eseguita dai carabinieri della stazione Ponticelli insieme a quelli del Reggimento Campania. In questi giorni gli investigatori sono impegnati in servizi mirati presso le abitazioni delle persone sottoposte a misure limitative della libertà personale.

Durante le operazioni, si diceva, i militari hanno arrestato per detenzione di arma clandestina Domenico Di Pierno, 33enne del posto già noto alle forze dell’ordine, elemento di spicco della mala di Napoli Est. I carabinieri hanno controllato l’abitazione dell’uomo dove era sottoposto agli arresti domiciliari e hanno effettuato una perquisizione. Rinvenuta e sequestrata nella camera da letto una pistola semiautomatica – con matricola abrasa – marca Star, modello Lr calibro 22 perfettamente funzionante con cinque proiettili all’interno. Di Pierno è stato trasferito nel carcere di Poggioreale. L’arma sarà sottoposta ad accertamenti balistici per verificare il suo eventuale utilizzo in delitti o fatti di sangue. Non è stato un controllo casuale. Di Pierno, alias o’ bill, è nel mirino delle forze dell’ordine da tempo.

Il suo nome spicca tra le righe del provvedimento che, il 20 maggio, ha colpito tre esponenti del clan De Luca Bossa-Minichini-Casella (Luigi Austero, Luca La Penna e Alfonso De Luca) ritenuti responsabili dell’esplosione di una bomba in via Esopo datata 11 maggio. Durante la mattinata del 22 giugno scorso gli agenti del commissariato Ponticelli, durante un servizio di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, effettuarono un controllo in via Malibran presso l’abitazione del 33enne dove trovarono 62 involucri contenenti 60 grammi circa di marijuana, una busta con circa 25 grammi della stessa sostanza e diverso materiale per il confezionamento della droga.

Di Pierno, elemento di spicco del clan, fu arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Il 33enne è ritenuto un ‘uomo ombra’ della faida contro gli ‘XX’ (i De Martino-De Micco) che sta infiammando Ponticelli. Nelle pagine del provvedimento eseguito lo scorso 20 maggio emerge un dettaglio. Durante la fuga dopo lo scoppio, La Penna, detto Luchetto, e De Luca, sono riusciti ad arrivare a piedi presso un b&b dove hanno ottenuto un passaggio. Gli altri due, Luigi Austero e un soggetto non identificato, si sono allontanati a piedi verso le ‘5 Torri’.

La zona di riferimento si trova in via Malibran e, per gli inquirenti, è controllata da La Penna e proprio da ’o bill. Ogni zona ha un gruppo di appartenenza. L’Antimafia ha disegnato una mappa criminale che attribuisce ad ogni famiglia un bunker in quello che una volta era il regno dei Sarno. In via Luigi Franciosa e nelle strade limitrofe è insediata la famiglia Casella, parte del gruppo Minichini-De Luca Bossa e federata con gli Aprea e i Cuccaro di Barra. Nel rione Fiat, per la precisione in via Montale, c’è la famiglia rivale, quella dei De Martino. Nel ‘Lotto 10’ risulta agli inquirenti la presenza del clan De Luca Bossa, così come nel parco Conocal, storicamente appannaggio del clan D’Amico, in seguito alla disarticolazione dei Fraulella e dei De Micco. Tra le palazzine opera il clan De Luca Bossa che risulta anche stabilmente insediato nel famigerato Lotto O. Alle ‘5 Torri’, tra via Malibran e via Argine, opera un gruppo che fa sempre capo al cartello De Luca Bossa-Minichini-Casella.

Di Pierno è anche menzionato da Rosario Rolletta, noto come friariello, uno dei collaboratori più freschi della mala di Ponticelli. Rolletta ha deciso di collaborare con la giustizia dopo un agguato subito nel corso dell’ultima faida. “Una volta scarcerato nell’anno 2015 – le sue dichiarazioni – il gruppo De Martino è entrato a far parte del clan Bodo. Quando sono uscito dal carcere, a settembre 2020, ho trovato la seguente situazione: a Ponticelli vi erano le famiglie camorristiche dei Minichini, De Luca Bossa, Casella e De Martino. Questi clan facevano parte di un unico cartello criminale. Le redini del cartello erano nelle mani di Peppe De Luca Bossa, alias Peppino ‘o sicc (fratello di Antonio), Umberto De Luca Bossa, Domenico Amitrano, alias Mimi ‘a Puttana, Peppe ‘o Blob, ossia Giuseppe Righetto. Vi erano, poi, i ragazzi di Michele e Alfredo Minichini, tra cui ‘o bill, Luchetto (Luca La Penna, ndr), Nicola Ausilio del clan Casella, Audino il cinese e altri. A capo del clan De Martino vi erano Salvatore De Martino (a piede libero) e Antonio De Martino che, dal carcere, ha continuato a dare ordini e direttive, gestendo il clan”.

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