Preso a schiaffi e a calci e costretto a bere vino e urina, 5 nei guai

Chiesto il processo. Giovanni morì poche ore dopo, ma non per le lesioni subite. Le condotte contestate si sarebbero verificate in località Crocelle a Mondragone

MONDRAGONE – Preso a schiaffi e calci, obbligato a bere quattro litri di vino rosso e una bottiglia di birra riempita con l’urina: è il calvario che nel febbraio 2019 ha affrontato Giovanni, un ragazzo del Litorale. Una pagina che, se dovesse essere confermata dai giudici partenopei, sarà ricordata come una delle più tragiche della comunità del Litorale. A fare da teatro alla tragica storica è la località Crocelle. Per le atrocità che Giovanni avrebbe subito adesso cinque ragazzi rischiano il rinvio a giudizio per lesioni. Poche ore dopo quelle sofferenze, la vittima perse la vita. Se morì, però, hanno ritenuto i giudici, basandosi sui risultati dell’esame autoptico, non fu per le botte ricevute, circostanza che ha evitato ai quattro l’accusa pesantissima di concorso in omicidio. A finire nei guai sono stati due minori di 17 e 16 anni, e tre che hanno ormai raggiunto la maggiore età, si tratta di Salvatore Consales, 18enne, Giuseppe Pio Lagnese, 20enne, ed Emilio Orveto, 18enne, tutti di Mondragone. Ad assistere gli imputati sono gli avvocati Ciro Maiorano, Giuseppina Piccirillo, Raffaella Iodice, Luigi Mordacchini e Fabrizia Tabarro. A Valente, Orveto e Consales viene contestato anche il reato di molestia.

L’udienza preliminare che deciderà se dare il via o meno al processo sarà celebrata a febbraio dell’anno prossimo dinanzi al giudice Paola Brunese del Tribunale dei minori di Napoli (nella foto). I familiari di Giovanni, persone offese, sono rappresentate dagli avvocati Giovanni Lavanga e Paolo Raimondo.

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