Processi, la ‘pendenza’ si riduce. “C’è un problema prescrizione”

NAPOLI “Anche quest’anno la Corte d’Appello di Napoli, con riguardo al numero di procedimenti definiti nello scorso anno giudiziario, è al secondo posto dopo Roma”. E’ quanto ha riferito ieri nella riunione tesa a fare il punto sull’andamento giudiziario il Presidente di Corte d’Appello Giuseppe De Carolis Di Prossedi. Numeri alla mano si parla di 11.187 procedimenti penali definiti (“95 dei quali in Assise, a fronte dei 58 di Roma e dei 45 di Milano”), per il civile siamo a 17.670, di cui 8.727 della Sezione Lavoro che “ha dimostrato una grande produttività, riducendo ancora la pendenza di oltre il 18%”. Poi Il problema di organico mal si accorda con il sottorganico. Il trend è positivo per quasi tutti i tribunali del distretto, eccezion fatta per Nola che ha aumentato di poco la pendenza dei processi (1,49%) e Napoli Nord che, “pur avendo definito 25.134 processi, ha una sopravvenienza enorme (26.753 processi pendenti)”. Nel penale la pendenza è aumentata perché “nonostante il lavoro siamo arrivati a 15mila processi, contando che mancano al pieno organico ben 15 magistrati”. Questo può causare processi lenti. “Rischiamo una giustizia lenta nelle attese ma frettolosa nell’esecuzione. Arrivano da noi molti processi con abbreviato che hanno una precedenza assoluta per il rischio concreto della scadenza dei termini cautelari. Ci sono molti ‘colli di bottiglia’. Uno ad esempio è la presenza di un solo commesso ausiliario che sposta il carrello con i fascicoli. Sembra paradossale, ma è così”.

Minorenni e criticità

Aumenti di pendenze anche nella sezione dei Minorenni (da 104 a 145). D’altronde è una questione di priorità. “I processi d’Assise sono per noi come codici rossi ospedalieri, hanno la priorità” spiega ancora il presidente De Carolis Di Prossedi, che poi apre una piccola parentesi relativa alle criticità. “Non riusciamo a fare i processi a piede libero. In due anni è stata istituita una quinta sezione d’assise. Siamo a 243… elimineremo la pendenza. La maggior parte delle sentenze non veniva eseguita. Siamo riusciti a emettere tra 2017 e 2018 più di 2000 misure esecutive – aggiunge –. Inutile fare un processo penale se poi la sentenza non si esegue”. Sulla questione dell’incidenza della prescrizione “il dato si è attestato sul 32%”. Poi una parentesi sui reati che, complessivamente sono in diminuzione del 14%, “anche se questo non autorizza ad abbassare la guardia”. Diminuiti gli incendi. Quelli boschivi da 53 a 8 nel Napoletano. In provincia di Caserta sono passati da 165 a 65. Ma il trend vale per tutta la Campania. Sono diminuite le rapine, lo spaccio, le estorsioni, l’usura, la contraffazione. Ma è salito complessivamente il numero dei furti, delle violenze sessuali dei delitti informatici e persino i sequestri di persona. “Per quanto riguarda la camorra – specifica il presidente – quello che si evince è una maggiore fluidità”.

Riello: “La realtà napoletana è magmatica”

Sulla questione interviene Procuratore Generale presso la Corte di Appello Luigi Riello: “La realtà napoletana è magmatica e di difficile schematizzazione. Se calano gli omicidi, significa che il lavoro delle forze dell’ordine e giudiziario ha avuto risvolti importante. Nel contempo, quest’anno ci sono state le bombe. C’è una mutazione genetica della camorra che vede una commistione sotterranea della camorra con un esercito di insospettabili. Noi dobbiamo recidere quei fili invisibili che legano i clan a notabili, professionisti, imprenditori e società civle in genere”. “La camorra – aggiunge Riello – trasforma la violenza in forza economica”.  Infine il presidente della Sezione Lavoro della Corte d’Appello Sergio Robustella: “Nel settore del lavoro lo sforzo è tanto. Da 50mila processi siamo passati a 20mila. Con uno sportello polifunzionale abbiamo ottenuto là tracciabilità di quello che avviene. Cercheremo di estendere il sistema informatico anche al settore civile”

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