Province, Di Maio: “Non si faranno, non inventiamoci giochini”

Il vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle torna ad affrontare i temi più caldi che scuotono l'esecutivo gialloverde

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse in foto Luigi Di Maio

ROMA“Quello che non si rifarà, invece, sono le Province, ve lo assicuro. Bisogna andare avanti, non indietro. Semplificazione ed efficienza, di questo ha bisogno il Paese per crescere”. Così Luigi Di Maio, capo-politico del Movimento 5Stelle su Facebook. “Nessuno provi ad aumentare ancora il numero delle poltrone perché noi non ci stiamo e non ci staremo. Altri 2500 nuovi incarichi politici non servono. I cittadini pagano fin troppe tasse, i servizi già gli spettano. Non inventiamoci giochini”.

La linea del vicepremier Di Maio

“Sapete, è in questi casi che le differenze tra il Movimento 5 Stelle e i partiti si fanno nitide e lampanti. Guardate i fatti: loro continuano a pensare a come piazzare i loro amici ovunque, il Movimento invece pensa a come toglierli dalle scatole e dare spazio alla società civile – prosegue – Un esempio? La legge per togliere gli ospedali dalle mani della politica. Un altro? Il taglio degli stipendi dei parlamentari. Un altro ancora? Il salario minimo, che di stipendio aumenti quello degli italiani! Ecco dove sono le differenze tra noi e loro. È questo il vero cambiamento!”

L’autonomia è il tema più dibattuto

E sul tema più scottante: “L’Autonomia si fa, ma secondo certi criteri e senza spaccare il Paese in due. Questo non lo permetteremo. Per quanto mi riguarda le scuole pubbliche devono essere tutte uguali, così come gli ospedali. Non è che se vivi in Sicilia o in Calabria puoi essere danneggiato. Sulla salute e l’istruzione non si scherza, devono essere garantiti a tutti gli stessi diritti. Sempre. Specie se parliamo dei nostri bambini, nipoti o dei nostri nonni. E per questo controlleremo la legge riga per riga”. Così Luigi Di Maio, capo-politico del Movimento 5Stelle su Facebook.

No alle divisioni tra Nord e Sud

“Detto questo, l’Autonomia è nel contratto e la porteremo a casa. Senza fare però le cose in fretta. Vista la delicatezza del tema, servono calma e testa per non fare pasticci. E soprattutto servono meno slogan” aggiunge.

(LaPresse)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome