Regno Unito, il Parlamento vota oggi sul taglio degli aiuti all’estero

Il Parlamento del Regno Unito vota oggi per decidere se ribaltare un consistente taglio al budget degli aiuti all'estero, una decisione che ha attirato un'ondata di critiche per il taglio di milioni di euro a programmi che aiutano molte delle persone più povere al mondo

LONDRA – Il Parlamento del Regno Unito vota oggi per decidere se ribaltare un consistente taglio al budget degli aiuti all’estero, una decisione che ha attirato un’ondata di critiche per il taglio di milioni di euro a programmi che aiutano molte delle persone più povere al mondo. Il governo del premier conservatore Boris Johnson aveva annunciato a novembre che avrebbe tagliato la parte delle entrate nazionali che vengono messe da parte per aiuti all’estero, dallo 0,7% allo 0,5%, citando come motivazione il colpo inferto dalla pandemia di coronavirus all’economia del Regno Unito. Secondo il governo la riduzione, che quest’anno equivale a circa 4 miliardi di sterline, è temporanea, ma l’esecutivo non ha dato alcuna indicazione di quando potrebbe essere ribaltata. Conservatori di alto profilo, come la ex premier Theresa May, si sono uniti a politici di opposizione, agenzie Onu e gruppi di assistenza nel criticare il taglio al budget. Sostengono che porterà a centinaia di migliaia di morti evitabili in Paesi in via di sviluppo e che danneggi la reputazione del Regno Unito proprio mentre sta provando a dare una spinta alla sua influenza internazionale a seguito della Brexit. Vista la forte opposizione che affronta, lunedì il governo ha annunciato che il Parlamento avrebbe votato sul provvedimento. Secondo i critici, una mossa dell’ultimo minuto pensata per cogliere gli oppositori alla sprovvista.

Se i parlamentari bocceranno la misura, il governo dice che la quota dello 0,7% del budget destinata agli aiuti all’estero verrà ripristinata l’anno prossimo. In caso contrario, la quota tornerà a crescere solo quando il Regno Unito non prenderà denaro in prestito per finanziare la spesa giornaliera e quando il suo debito calerà. I critici temono che il danno economico provocato dalla pandemia implichi che è improbabile queste condizioni vengano rispettate per anni.

LaPresse

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