Riforme, FdI chiude al terzo mandato: sale la tensione con Lega

Zaia: "A scegliere siano i cittadini"

La scena politica italiana è attualmente caratterizzata da un crescente stato di tensione tra i partiti alleati Fratelli d’Italia (FdI) e la Lega, in particolare sulla questione del terzo mandato per i governatori. Con l’avvicinarsi della scadenza per trovare una soluzione, le differenze tra i due partiti si fanno sempre più evidenti, soprattutto riguardo l’emendamento al decreto legge Elezioni proposto dalla Lega. Questo emendamento mira a permettere ai presidenti di regione uscenti, che hanno già servito due mandati, di ricandidarsi.

Il ministro per i Rapporti con il Parlamento e esponente di FdI, Luca Ciriani, ha aperto le “ostilità” affermando la necessità di una discussione più ampia su questa tematica, sottolineando che non dovrebbe essere trattata all’interno di un decreto d’urgenza. La questione tocca direttamente il governatore del Veneto, Luca Zaia, che potrebbe beneficiare di questa norma nel 2025. Zaia ha risposto con una certa ironia, evidenziando l’attenzione eccessiva sul suo futuro politico.

Andrea Crippa, vicesegretario della Lega, ha sostenuto l’emendamento, enfatizzando l’importanza di lasciare ai cittadini la libertà di scelta sui propri leader regionali. Ha inoltre chiarito che la questione del terzo mandato non è legata a eventuali trattative sul premierato.

All’interno di questo scenario, emergono anche le differenze tra FdI e Lega su altri temi, come l’agricoltura e la leadership del governo. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura di FdI, ha messo in luce la natura proporzionale del voto, suggerendo che è normale per i partiti cercare di distinguersi, pur ricordando che gli elettori di centrodestra premiano l’unità.

Infine, il dibattito si estende anche al Partito Democratico (PD), con il presidente del Copasir Lorenzo Guerini che esprime il suo sostegno al terzo mandato, proponendo al PD e ai suoi sindaci di essere pronti a discuterne.

La situazione rimane complessa e delicata, con gli alleati di governo che devono trovare un accordo prima della votazione al Senato. La decisione avrà un impatto significativo sul futuro politico regionale dell’Italia, influenzando potenzialmente la composizione dei governi regionali e la stabilità della coalizione al potere.

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