Rione Traiano, spaccio durante il lockdown: 6 in carcere e 4 ai domiciliari

Aniello Cotena e Gaetano Minichini

NAPOLI – L’operazione portata a termine dai carabinieri al rione Traiano su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha confermato ancora una volta che le attività illecite, in questo caso lo spaccio di stupefacenti, venivano poste in essere anche in piena pandemia. Le indagini condotte dagli investigatori hanno documentato cessioni e rifornimenti di droga (cocaina, hashish e marijuana) anche durante il lockdown deciso dal governo Conte nel marzo del 2020 per limitare i contagi sul territorio nazionale.

Intercettazioni e pedinamenti

Tramite intercettazioni telefoniche e ambientali e con la tecnica dei pedinamenti, gli inquirenti hanno scoperto una piazza di spaccio aperta in uno stabile di via Catone al confine tra il rione Traiano e la zona di Soccavo. Le cessioni di stupefacenti avvenivano nonostante poco meno di tre anni fa non si potesse circolare senza una motivazione valida, cioè per lavoro o per esigenza sanitaria. Al termine delle indagini sono stati arrestati in 10. Sono accusati a vario titolo di di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

I nomi

In sei sono stati spediti in carcere. Altri quattro, invece, sono stati ristretti ai domiciliari in attesa di giudizio. Ieri mattina sono stati tratti in arresto Aniello Cotena (38enne), Vincenzo Delle Cave (55enne), Gaetano Minichini (45enne), Ciro Muzzico (35enne), Gennaro Pirozzi (61enne), Luigi Sebillo (26enne), Marco Calandra (44enne), Mirko Parlato (40enne), Enrico Pizzo (36enne) e Luca Tuccillo (24enne). I primi sei sono stati portati in carcere, gli altri sono stati spediti ai domiciliari.

Le accuse

Secondo le accuse, i promotori della piazza di spaccio allestita all’interno di un appartamento sarebbero stati Cotena e Minichini. Gli altri, a vario titolo, sarebbero stati impiegati per le cessioni al dettaglio, all’approvvigionamento della droga e al controllo dell’area all’esterno del punto vendita. L’organizzazione prevedeva turni di lavoro prestabiliti. Nell’ordinanza che ha accompagnato i provvedimenti, le forze dell’ordine hanno documentato le cessioni avvenute da metà febbraio 2020 a fine marzo dello stesso anno.

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