Roma, maxi confisca da 30 milioni al clan Casamonica

Grande operazione della Divisione Anticrimine della Questura di Roma

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Foto LaPresse/uff stampa polizia

ROMA – Maxi confisca al clan Casamonica. Nel corso di un’operazione degli investigatori della Divisione Anticrimine della Questura di Roma avvenuta a maggio di due anni fa, hanno sequestrato a esponenti di ‘ndrangheta ed appartenenti alla famiglia Casamonica beni e contanti per un valore di 30 milioni di euro che oggi sono stati formalmente confiscati. La ricchezza accumulata dal gruppo, dedito al traffico di droga, usura e riciclaggio, è stata sottratta alla disponibilità, diretta o indiretta dei proposti e gestita, per conto dello Stato, dall’amministrazione giudiziaria.

Nel corso della mattinata, personale della Polizia di Stato in forza alla Divisione Anticrimine della Questura di Roma ha dato esecuzione ai decreti emessi dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Roma. Con cui si dispone l’applicazione della misura di prevenzione della confisca di 10 unità immobiliari ubicate in Calabria, Roma e Ardea; 21 tra società e imprese individuali con sede a Roma, Milano, Sora (Frosinone), Avellino, Caserta e Benevento; 25 complessi aziendali; 24 veicoli tra cui Maserati, Spider, Porsche, Hummer, Mercedes e Audi; 68 rapporti creditizi per valore di 424.159,13; una polizza pegno relativa a preziosi. Con i provvedimenti, legata alla riconosciuta pericolosità sociale del gruppo, è stata, disposta l’applicazione della misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale. Con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per 5 anni, nei confronti di quattro persone.

Grande operazione della Divisione Anticrimine della Questura di Roma

Tra di loro Salvatore Casamonica, figura di spicco dell’omonimo clan, era inserito in una vasta attività di spaccio di sostanza stupefacenti. Nel 2015 si rese responsabile di una tentata estorsione ai danni di un commerciante del quartiere Tuscolano. E, nel luglio dello scorso anno, hanno arrestato nella cosiddetta Operazione Gramigna con l’accusa di essere a capo di un gruppo dedito al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Nonché di ulteriori reati quali estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti, tutti con l’aggravante del metodo mafioso.

Le indagini patrimoniali avviate alla fine dell’anno 2015 dagli specialisti della Divisione Anticrimine, si sono focalizzate sulla ricostruzione della carriera criminale dei membri del nucleo familiare. In particolare si accertava, un’infiltrazione nella realtà economico-finanziaria della Capitale, iniziata alla fine degli anni ’90. Il gruppo degli esponenti di ndrangheta, dopo essersi insediato a Roma, collegato anche ad esponenti della camorra, entrava in contatto con personaggi della criminalità romana. Appartenenti ai Casamonica con i quali stringeva alleanze.

Attraverso prestanome, gli arrestati hanno acquisito locali commerciali, soprattutto nel settore bar/ristorazione in zone turistiche. Tramite il reinvestimento di alte somme di denaro di provenienza illecita, aprendo molte società “cartiera” dedite al riciclaggio di denaro. Tra le attività confiscate bar e ristoranti nelle zone più prestigiose della capitale, come Trastevere è vicino al Vaticano. Il provvedimento di confisca riguarda, anche una palestra e l’impresa esercente attività di vendita di calzature in Ciampino.

(LaPresse)


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