Salvini-Meloni, guerra sui simboli

La leadership nazionale del centrodestra si gioca alle Comunali in Campania: il Capitano impone liste civiche per evitare la conta. I dirigenti di Fdi insistono per coalizioni politiche. Fi non pervenuta

NAPOLI – La leadership nazionale del centrodestra si gioca alle prossime Amministrative e la Campania gioca un ruolo da protagonista. Lo scontro tra il segretario della Lega Matteo Salvini e la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni per lo scettro del comando passa dall’utilizzo del simbolo di partito alle prossime elezioni comunali. La Campania rappresenta l’ago della bilancia e qui più che altrove le due forze politiche sono in contrasto.

I leghisti sono ben disposti a rinunciare all’utilizzo del simbolo e non hanno problemi a presentare liste civiche seppur composte da ‘tesserati’, per contro i meloniani non ci stanno e la ‘fiamma tricolore’ vogliono tenerla accesa certi che le liste di Fdi risulteranno le prime della coalizione. Questo certificherebbe l’avanzata della squadra guidata della ‘fratellina d’Italia’ e soprattutto l’insuccesso del Carroccio al Sud. Per essere leader di una coalizione hai bisogno di ottenere grandi risultati in tutta Italia e la Meloni lo sa, per questo gongola considerate le rilevazioni dei sondaggi che la danno a un passo dalla Lega nel bel Paese, tanto da portarla a chiedere ai suoi in Campania di non risparmiarsi in nessuno dei Comuni campani che andrà al voto in autunno. Un diktat preso alla lettera che ha portato i meloniani a individuare prima degli alleati i probabili candidati a sindaco.

A Caserta, per esempio, hanno messo sul tavolo il nome del segretario provinciale Marco Cerreto, a Salerno già ufficializzato la candidatura di Michele Sarno pur non avendo certezza dell’appoggio di Lega e Fi che ancora non hanno sciolto la riserva. Addirittura a Napoli laddove Catello Maresca si tirasse indietro avrebbero da giocarsi la carta Sergio Rastrelli. In fatto di organizzazione non c’è dubbio che Fdi sia avanti rispetto alle altre forze di coalizione.

I leghisti, dopo il risultato deludente alle Regionali, non vogliono correre il rischio di classificarsi ultimi nel centrodestra assegnando di fatto la leadership della coalizione alla Meloni al Sud e nel Paese e per questo sono propensi ad evitare di utilizzare il simbolo. Il punto è che i problemi di radicamento del Carroccio riguardano tutte le grandi città campane al voto non solo Napoli. Anche a Caserta sembra che non solo il simbolo non comparirà sulle schede elettorali, ma anche che non ci sarà la storica lista collegata al capogruppo in consiglio regionale Gianpiero Zinzi. Insomma, riassumendo. La Meloni vuole il simbolo di FdI ovunque si può, Salvini l’esatto contrario.

Il Capitano è preoccupato di un’altra debacle come alle Regionali e non vuole che la sua avversaria si presenti al tavolo con in mano percentuali impietose per il Carroccio, rivendicando la leadership per FdI. Per questo è partito il doppio ordine di scuderia. Camuffare dietro altri simboli Alberto da Giussano e spingere per coalizioni civiche da parte della Lega, insistere su simboli e coalizioni politiche in casa FdI. Le dichiarazioni rilasciate a Cronache dal meloniano Antonio Iannone solo due giorni fa lo dimostrano plasticamente. Mentre Lega e Fdi gareggiano per la leadership del centrodestra i berlusconiani rischiano di mandare in fumo l’ultima fetta di consenso che gli è rimasta in quella che un tempo era la Regione più azzurra d’Italia. Il coordinatore campano Domenico De Siano non ha ancora chiuso il cerchio sulla definizione del nuovo organigramma perché i capicorrente non riescono a mettersi d’accordo e ognuno rivendica qualcosa per sé contro gli altri.

Il capo dell’opposizione in consiglio regionale Stefano Caldoro potrebbe non ottenere nessuna casella per i suoi fedelissimi. Seppur consapevole delle difficoltà interne a Fi e al centrodestra non smette di attaccare il centrosinistra. “Ci sono due visioni molto diverse per le prossime amministrative – ha detto – l’armata brancaleone da una parte ed una coalizione con un programma serio dall’altra. L’armata brancaleone è quella del centrosinistra con il M5S. Il centrodestra è invece coerente, più lineare e sta maturando il desiderio di costruire una squadra vincente”.

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