Sardegna, domani l’isola al voto: si teme la protesta dei pastori

Le urne saranno aperte solo domenica, dalle 6:30 alle 22

Foto Fabrizio Corradetti / LaPresse

ROMA – Domenica 24 febbraio in Sardegna si voterà per eleggere il presidente della Regione e il XVI consiglio regionale. Dopo l’Abruzzo – che ha visto la vittoria schiacciante della Lega e del candidato di centrodestra Marco Marsilio, senatore di Fratelli d’Italia – la Sardegna sarà la seconda regione dove si verificheranno gli equilibri interni al governo Lega-M5s. E l’indice di gradimento dell’esecutivo stesso. Le urne saranno aperte solo domenica, dalle 6:30 alle 22. Sempre che non si attui il blocco dei seggi minacciato dai pastori in protesta per il prezzo del latte ovino e caprino.

I CANDIDATI. I sardi potranno scegliere tra 7 candidati e 24 liste:

– Francesco Desogus, bibliotecario ed ex funzionario amministrativo del comune di Cagliari. Con la carica di direttore del servizio parchi e giardini, sostenuto dal Movimento 5 Stelle; – Vindice Lecis, giornalista, outsider dell’ultimo minuto, candidato con Sinistra Sarda-Rifondazione-Comunisti Italiani; – Paolo Maninchedda, ex assessore dei Lavori pubblici nella Giunta uscente di centrosinistra guidata da Francesco Pigliaru, è la scelta del Partito dei Sardi; – Andrea Murgia, che ha raccolto il sostegno di diversi esponenti dell’indipendentismo sardo confluiti nella lista Autodeterminazione; – Mauro Pili, ex governatore di Forza Italia, ora corre con Sardi Liberi, una lista di ispirazione autonomista;

Christian Solinas, segretario del Partito Sardo d’Azione (un partito regionale a spinta autonomista), senatore nelle file leghiste ed ex assessore ai Trasporti nella Giunta di Ugo Cappellacci dal 2009 al 2014, è il candidato di centrodestra sostenuto da 11 liste. Partito Sardo d’Azione, Lega Salvini Sardegna, Forza Italia, Fratelli d’Italia, UdC, Energie per l’Italia, Riformatori Sardi, Unione dei Sardi, Sardegna20Venti, Sardegna Civica e Fortza Paris. Massimo Zedda, sindaco di Cagliari al secondo mandato, è il candidato civico-centrosinistra sostenuto da 8 liste. Partito Democratico, Campo progressista Sardegna, Liberi e uguali Sardigna Zedda presidente, Cristiano Popolari socialisti, Progetto Comunista per la Sardegna, Sardegna in comune con Massimo Zedda, Noi la Sardegna con Massimo Zedda, Futuro comune con Massimo Zedda, Giovani sardi con Massimo Zedda;

IL SISTEMA ELETTORALE. La Sardegna è divisa in otto circoscrizioni (Cagliari, Carbonia Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia Tempio, Oristano e Sassari) e il consiglio regionale è composto da 60 membri. La legge elettorale in vigore è la Legge Regionale Statutaria n.1 del 12 novembre 2013, usata per la prima volta nelle elezioni regionali del 2014. Il sistema a turno unico permette di esprimere una preferenza per il candidato presidente e massimo due preferenze (in questo caso obbligatoriamente un uomo e una donna) per i consiglieri all’interno della lista scelta.

È possibile esprimere anche un voto disgiunto: candidato e lista possono non essere collegati tra loro. Vincerà il candidato presidente che avrà la maggioranza relativa, cioè che prenderà il maggior numero di voti. Per garantire la stabilità della regione, se il vincitore otterrà oltre il 40 per cento delle preferenze avrà un premio di maggioranza del 60 per cento dei seggi. Tra il 25 e il 40 per cento il premio sarà del 55 per cento. Mentre non ci sarà nessun premio sotto il 25 per cento. La soglia di sbarramento è del 10 per cento per le coalizioni e del 5 per cento per le liste non coalizzate. Nessuno sbarramento è previsto per le liste all’interno delle coalizioni che abbiano superato il 10 per cento.

COME SI VOTA. Documento d’identità e tessera elettorale alla mano, ogni elettore avrà a disposizione un’unica scheda con cui esprimere la preferenza sia per il governatore che per i consiglieri. Con una X sul nome del candidato presidente il voto andrà solo a lui. Mentre con una X sul simbolo di una lista il voto andrà sia alla lista che al candidato presidente che sostiene. In alternativa si possono usare due X: una sul nome del candidato presidente e una sulla lista, non per forza collegati.

È possibile inoltre esprimere una preferenza per uno o due candidati consiglieri appartenenti alla stessa lista scrivendone nome e cognome. Se si opta per due nomi dovranno essere obbligatoriamente un uomo e una donna. Se la scheda verrà lasciata senza simboli verrà considerata bianca. Invece se verrà pasticciata il voto sarà considerato nullo. Schede bianche e nulle verranno conteggiate solo ai fini di rilevare i dati dell’affluenza, ma non peseranno sul risultato finale.

SONDAGGI. Secondo un sondaggio dell’istituto Swg del 29 gennaio, più che una sfida tra Lega e Movimento 5 stelle, il voto si preannuncia un testa a testa tra il candidato di centrodestra Solinas, dato al 33-37 per cento, e quello di centrosinistra Zedda, 29-33 per cento. Resta indietro il pentastellato Desogus, al 22-26 per cento. Gli altri quattro candidati si fermano a percentuali molto più basse. Pili tra il 4 e il 6 per cento, Murgia e Maninchedda tra l’1 e il 3 per cento e Lecis tra l’1 e il 2 per cento. Tra i partiti il M5s si attesterebbe primo, intorno al 23,5 per cento. La coalizione di centrodestra dovrebbe ottenere il 38,8 per cento, con la Lega al 14,6, Forza Italia al 6,3 e Fratelli d’Italia al 3. Il centrosinistra arriverebbe al 29,3, di cui il 12,6 guadagnato dal Partito democratico.

TEMATICHE. I temi caldi su cui si batteranno i candidati sono essenzialmente tre. Lo sviluppo dell’isola, che deve comprendere politiche per il lavoro, l’energia e l’ambiente, la sanità e la riorganizzazione delle Asl e la continuità territoriale, marittima e aerea, dei cittadini sardi.

Paola Rosa Adragna (LaPresse)

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