Scampia, ambulanza assalita e dirottata: “Da cinque anni lavorare è un inferno”

NAPOLI – Equipaggio del 118 accerchiato, minacciato e dirottato dai parenti di un uomo che attendeva l’arrivo di un’altra ambulanza. Succede anche questo a Napoli, dove le aggressioni ai danni dei professionisti della sanità sono sempre più all’ordine del giorno e della notte. Numeri che parlano di una vera e propria emergenza: con quella di Scampia le aggressioni, da inizio anno, salgono a quota dieci. L’ultima, appunto, all’ombra delle Vele.
Lunedì pomeriggio, intorno alle 18, l’ambulanza di Pietravalle è stata allertata per sospetta lesione ossea a Scampia. L’equipaggio, partito dai Colli Aminei, è giunto in pochi minuti in via Labriola. Qui è stato fermato da un’automobile con a bordo dei giovani che hanno intimato ai soccorritori di seguirli. In un primo momento l’autista dell’ambulanza si è fidato, credendo forse che si trattasse dei parenti della persona da soccorrere in via Luigi Pareyson. Di lì a breve scoprirà a sue spese che non era così. “Dopo una manciata di metri l’autovettura si è fermata e l’ambulanza è stata accerchiata da un gruppo di loschi figuri che hanno minacciato il personale del 118 – racconta il dottor Manuel Ruggiero, presidente dell’associazione Nessuno tocchi Ippocrate – Uno di loro si sarebbe anche messo una mano in tasca battendo qualcosa di metallico sulla porta del mezzo di soccorso”. Come a voler dimostrare di essere armato, anche se la successiva perquisizione non accerterà questa ipotesi.

Manuel Ruggiero (Nessuno tocchi Ippocrate)


“L’autista del mezzo, valutando la scena ‘non sicura’ ha ingranato la marcia ed è fuggito – prosegue Ruggiero – Pare anche che siano stati inseguiti per diverse centinaia di metri. L’equipaggio ha sporto regolare denuncia”. E qui entrano in gioco i carabinieri. E’ da loro che l’autista del 118 si rifugia, raggiungendo nel giro di una manciata di secondi la caserma di Secondigliano, non prima di aver chiesto al centralino del 118 di inviare un’ambulanza in via Pareyson. Al termine della vicenda un 25enne sarà denunciato interruzione di pubblico servizio e minaccia aggravata a incaricato di pubblico servizio. Si tratta del figlio dell’uomo che aveva accusato un malore e che stava attendendo l’intervento di un’altra squadra di soccorritori. Sono state le indagini lampo a far emergere il movente della violenza. Alla base dell’aggressione c’è uno “scambio di ambulanze”. I facinorosi stavano attendendo un’ambulanza medicalizzata per un codice rosso e hanno fermato il mezzo di soccorso di Pietravalle che era diretto verso la sospetta frattura, intervento poi eseguito al civico 25 di via Luigi Pareyson.
“Stiamo approfondendo il caso – dichiara Ruggiero – Ci è stato detto che il display delle telecamere all’interno dell’ambulanza Pietravalle non fosse attivo. Abbiamo mandato una mail al presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca per chiedergli lumi circa il funzionamento delle telecamere, proprio a lui che è stato il pioniere in tutta Italia del servizio di videosorveglianza sui mezzi di soccorso, su nostra idea. Speriamo che chi di dovere, cioè l’Asl Napoli 1 Centro, verifichi al più presto il funzionamento delle telecamere su tutti i mezzi di soccorso del 118 partenopeo. Soprattutto speriamo che anche le automediche, che entreranno in servizio oggi, siano dotate di telecamere a bordo”. Si diceva dei numeri allarmanti degli episodi di violenza ai danni di operatori della sanità. “Dieci aggressioni tra Napoli 1 e Napoli 2 nel primo mese dell’anno, una media di una aggressione ogni 3 giorni – sottolinea Ruggiero – in attesa che vengano messe in atto le tutele promesse dal governo. Dal 2017 attendiamo una tranquillità lavorativa negata”.

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