La ‘rompighiaccio’ dei record

Mai nessuna nave si era spinta così oltre in Antartide: è record mondiale. C’è anche un po’ di Napoli in questa spedizione scientifica al Polo Sud grazie all’osservatorio marino MorSea dell’Università Parthenope

NAPOLI – Mai nessuna nave nella storia dell’umanità si era spinta così oltre: è un record quello siglato dalla rompighiaccio italiana “Laura Bassi”. La spedizione scientifica italiana partita lo scorso 17 novembre ha prima fatto scalo al porto neozelandese di Lyttelton per imbarcare viveri, carburante e materiali nonché altro personale scientifico e poi è partita definitivamente per l’Antartide: il continente di ghiaccio. L’equipaggio è composto da 24 ricercatori del Pnra, il Programma nazionale di ricerche in Antartide, e da altri 24 marinai. Nessuna nave si era spinta così lontano: il punto raggiunto è si trova alla latitudine di 78° 44.280’ S, ovvero il punto più meridionale mai raggiunto nel Mare di Ross in Antartide. Una zona anche conosciuta come “Baia delle balene”.

La ricerca
La ricerca portata avanti dagli studiosi italiani servirà a effettuare degli importanti campionamenti previsti nell’ambito del progetto “Bioclever”. Si tratta di un’attività di ricerca scientifica dell’Istituto di scienze polari (Cnr-Isp) del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’osservatorio marino MorSea (Università Parthenope). C’è quindi anche un po’ di Napoli in questa spedizione scientifica che è la 38esima del programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra). Durante il primo step, che terminerà all’inizio del mese di febbraio, dovranno essere completati 7 degli 8 progetti previsti. Il lancio e recupero di boe (floating e drifter) per lo studio della circolazione marina; il recupero e la messa a mare dei mooring, sistemi di misura ancorati al fondo del mare che vengono utilizzati per lo studio di caratteristiche fisiche e chimiche della colonna d’acqua; carotaggi tramite multicorer o box corer e carotaggi per lo studio geologico del fondale marino; attività di pesca scientifica; indagini di laboratorio biologico e chimico fisico e un’attività specifica di mappatura del fondale marino per la realizzazione di mappe relative ad aree non ancora cartografate. La spedizione dovrebbe poi far ritorno in Italia nella seconda metà di aprile.

I risultati
Dai primi riscontri delle attività di ricerca svolte dall’equipaggio della nave, si apprende che è stata documentata un’elevata densità di specie ittiche allo stato larvale. Alcune di queste varietà sono state scarsamente e raramente osservate nel passato e potrebbero quindi portare a delle nuove conoscenze sulla flora e la fauna di un ambiente ‘ostile’ come l’Antartide che impone alle specie che lo abitano di adattarsi a delle condizioni durissime, sviluppando delle capacità e delle resistenze peculiari. Oltre a diverse specie ittiche, i ricercatori hanno anche riscontrato la presenza di grandi masse di alghe unicellulari.

Le implicazioni
Le ricerche della spedizione potrebbero far luce e fornire ulteriori spunti ad altri studiosi che si occupano dell’Antartide. Anche qui, il riscaldamento climatico inizia a farsi sentire e da ormai diversi anni i ghiacciai lasciano il posto all’oceano perché si stanno progressivamente sciogliendo. Non molti giorni fa, infatti, è stato registrato il distacco di un ghiacciaio approssivamente grande ed ampio quanto l’intera città di Londra. Si è staccato nei pressi della stazione di ricerca britannica Halley che però ha smentito il rapporto di causa effetto con il riscaldamento climatico. Il professore Dominic Hodgson ha infatti affermato che si è trattato di un evento previsto e che fa parte del del comportamento naturale della piattaforma di ghiaccio Brunt.
Un altro consistente distacco di un ghiacciaio si verificò nel febbraio del 2021, un po’ più a Est di quello avvenuto a pochi chilometri dalla stazione di ricerca britannica. I distacchi sono eventi che vengono monitorati con grande attenzione dagli scienziati perché possono alterare e condizionare altre crepe e modificare il movimento dei ghiacciai.

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