Scuola, Locatelli: “Presenza fondamentale. Con l’ isolamento Covid, aumento di tentati suicidi”

L'allarme viene dal coordinatore del Cts, che in audizione nelle commissioni Salute e Istruzione riunite al Senato, analizza in particolare l'impatto della Dad sui processi di apprendimento e sul benessere psicofisico degli studenti

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 02-03-2021 Roma Politica Palazzo Chigi - Conferenza stampa sul nuovo Dpcm con le misure contro l'emergenza Covid-19 Nella foto Franco Locatelli Photo Roberto Monaldo / LaPresse 02-03-2021 Rome (Italy) Chigi palace - Presentation of the Prime Minister's Decree on the Covid-19 emergency In the pic Franco Locatelli

ROMA – Stress psicosociale, ansia, depressione. Ma anche autolesionismo e tentati suicidi. Sono alcune delle conseguenze drammatiche che l’isolamento imposto dalla pandemia ha avuto sui più giovani. L’allarme viene dal coordinatore del Cts, che in audizione nelle commissioni Salute e Istruzione riunite al Senato, analizza in particolare l’impatto della Dad sui processi di apprendimento e sul benessere psicofisico degli studenti.

Locatelli lancia l’allarme

“Mi sono sempre espresso su quanto sia fondamentale la didattica in presenza”, ribadisce. E ricorda che nella popolazione pediatrica il rischio di andare incontro a patologia grave da Covid è “contenuto per non dire quasi irrilevante”. Ad oggi, fa sapere, sono 19 i pazienti under 18 che hanno perso la vita dopo aver contratto il virus e “c’era spesso una patologia concomitante”. D’altra parte, con la chiusura delle scuole, “i ragazzi sono stati sovraesposti a stress psicosociale. In particolare per una marcata interruzione della loro routine quotidiana”, afferma.

Per spiegare l’impatto dell’isolamento sugli adolescenti, Locatelli usa un’immagine forte: per loro è come affrontare le conseguenze di una “guerra”. E precisa: “Non c’è un impatto evidente di distruzione. Ma la percezione di un qualcosa che ha interrotto dei percorsi e dei circuiti che andranno ripristinati”.

Aumento di tentati suicidi

La conseguenza più tragica delle restrizioni, richiamata da diversi neuropsichiatri infantili, sottolinea, è “l’incremento di accesso nei pronto soccorso di adolescenti che hanno compiuto atti suicidari, fortunatamente quasi sempre non andati a buon fine, e atti di autolesionismo”. Un incremento, afferma, dovuto “sia a condizioni socioculturali che a stress emotivo a cui sono stati sottoposti i giovani durante la pandemia”.

Il ricorso alla Dad

I ragazzi non sono “malati”, chiarisce, ma “per un periodo non breve sono andati incontro a una deprivazione sociale significativa”, per questo “sono meritevoli di particolare attenzione, di vigilanza e di interventi mirati”. Poi l’affondo a governatori e sindaci che hanno abusato della Dad, anche quando il governo non la riteneva necessaria. “Nel Paese ci sono stati territori che l’hanno spinta anche al di fuori delle indicazioni che venivano a livello nazionale, in queste aree l’attenzione dovrà essere particolarmente sviluppata”.

(LaPresse/di Maria Elena Ribezzo)

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