Sea Watch, Salvini: “Denuncio chi fa sbarcare”. M5S: nessuno ha aperto i porti

Foto Valerio Portelli / LaPresse in foto Matteo Salvini

ROMA – Un nuovo scontro tra Lega e M5S si accende sul caso della Sea Watch 3, dopo che la magistratura ha sequestrato la nave e quindi fatto sbarcare a Lampedusa i 47 migranti ancora a bordo. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, i militari di guardia di finanza e Capitaneria di Porto sono saliti a bordo della nave della ong tedesca, per procedere al sequestro.

Il comandante sarebbe indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Contestualmente al sequestro, la procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio ha anche chiesto di trasbordare i migranti dalla Sea Watch e affidarli alla Questura, andando contro la volontà del ministro dell’Interno.

“Denuncerò chi fa sbarcare i migranti. Questo procuratore è quello che ha indagato me per sequestro di persona, che è un reato che prevede fino a 15 anni di carcere. Approfondiremo la possibilità di valutare il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per chiunque agevoli lo sbarco in Italia di migranti portati da una nave illegale e fuorilegge. Il mio parere favorevole allo sbarco non c’è e non ci sarà mai”, ha tuonato Salvini commentando in diretta nel salotto tv di Massimo Giletti le immagini dello sbarco a Lampedusa dei migranti, trasbordati poco prima su mezzi della Guardia costiera e della guardia di finanza. “Spero che ora arrestino comandante ed equipaggio”, ha aggiunto.

Ma la vicenda crea nuove tensioni nella maggioranza, e il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, attacca Salvini: “Porti chiusi a Sea Watch come a tutte le navi che non rispettano le convenzioni internazionali. Nessuno li ha aperti. Salvini, se ha qualcosa da dirmi, me la dica in faccia. Non parli a sproposito del sottoscritto in Tv. È evidente che l’epilogo della vicenda è legato al sequestro della nave da parte della magistratura, non serve un esperto per capirlo. Magari il ministro dell’Interno si informi prima di parlare”.

Mentre la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha messo a disposizione le sue strutture, in Italia e in Europa. “Accogliere i migranti in fuga dalle persecuzioni è dovere civile di ogni democrazia, ma per noi evangelici è anche un servizio al prossimo, radicato nella tradizione biblica”, ragiona il presidente della Federazione, Luca Negro.

Sul sequestro e il trasferimento dei migranti, il Viminale alza le spalle

“La magistratura faccia come crede”. Fonti dal dicastero pongono poi quella che definiscono una “tematica fondamentale”: sui confini nazionali decidono magistratura e ong oppure chi è stato eletto? Più morbida, invece, la posizione del vicepremier Luigi Di Maio, che rivendica di guidare ora “la forza politica della ragionevolezza” nel governo giallo-verde. Per Di Maio, “prima di farli sbarcare dobbiamo avere la garanzia che l’Europa prenda in carico quei migranti, altrimenti resteranno in Italia”.

Su una cosa Salvini e Di Maio concordano: respingono entrambi le critiche dell’Onu al governo

Esaminando due direttive del Viminale e il decreto sicurezza bis che, forse, verrà discusso dal prossimo Consiglio dei ministri, le Nazioni Unite sostengono che la politica italiana in materia di migranti mette a rischio i diritti umani, fomenta il clima di ostilità e xenofobia, e viola le convenzioni internazionali per rifugiati e richiedenti asilo.

Di Maio replica spiegando che il decreto non è ancora stato approvato, e anzi i 5Stelle hanno espresso dubbi e perplessità. Salvini, invece, bolla l’Onu come “un organismo internazionale che costa miliardi di euro ai contribuenti, che ha come membri la Corea del Nord e la Turchia”. Insomma, “se viene a fare la morale sui diritti umani all’Italia, fa ridere -dice il ministro- sembra di essere a ‘Scherzi a parte'”.

In serata la Farnesina precisa

“Le procedure speciali possono attivarsi in relazione a singoli Stati specifici oppure a preoccupazioni di natura più ampia e generale; possono implicare visite nei Paesi e/o l’invio di comunicazioni agli Stati per sottoporre alla loro attenzione presunte violazioni di diritti umani. Le ‘comunicazioni’, come quella ora ricevuta dall’Italia, sono lettere in merito ad asserite violazioni dei diritti umani, accadute o in procinto di verificarsi. Non hanno carattere giudiziario, né investigativo e non prevedono obblighi o sanzioni”.
(LaPresse)

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