Shoah, von der Leyen: “Big tech combattano odio, promuovere vita ebraica”

"L'antisemitismo è una minaccia per il popolo ebraico, ma è anche un veleno per le nostre democrazie, i nostri valori e le nostre società aperte. Dobbiamo combatterlo offline e online".

(Aris Oikonomou, Pool Photo via AP)

BRUXELLES – “L’antisemitismo è una minaccia per il popolo ebraico, ma è anche un veleno per le nostre democrazie, i nostri valori e le nostre società aperte. Dobbiamo combatterlo offline e online. E l’incitamento all’odio, la disinformazione e la negazione dei fatti sono ovunque online. La pandemia di Covid-19 ha dimostrato quanto velocemente possono diffondersi i miti della cospirazione. Pertanto, con il nostro Digital Services Act, chiariamo che le piattaforme online devono assumersi maggiori responsabilità. Ogni azienda, in particolare i potenti giganti della tecnologia, deve combattere l’odio e difendere la verità storica”. Cosi la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al Forum internazionale sulla memoria dell’Olocausto e la lotta all’antisemitismo a Malmo, in Svezia.

 “In secondo luogo – ha aggiunto von der Leyen – vogliamo promuovere la vita ebraica in Europa in tutta la sua diversità. 76 anni dopo l’Olocausto, la vita ebraica è di nuovo fiorente nei cuori delle nostre comunità. Dovremmo essere orgogliosi di questo e renderlo visibile. Tra le tante altre azioni, chiederemo ad esempio alle città che aspirano a diventare Capitale Europea della Cultura di mettere in luce il contributo della vita e della cultura ebraica nella loro città. Faremo anche in modo che gli ebrei siano liberi di seguire le loro tradizioni religiose. E aumenteremo i finanziamenti per proteggere meglio i luoghi di culto in tutta la nostra Unione”.

“Infine, terzo punto, promettiamo di preservare la memoria delle atrocità passate. Ricordare la Shoah è una nostra responsabilità condivisa. E mentre gli ultimi sopravvissuti stanno morendo, dobbiamo trovare nuovi modi per ricordare. Questo è il motivo per cui creeremo una rete di giovani ambasciatori europei per la memoria dell’Olocausto. Perché chi è in una posizione migliore per insegnare le lezioni della Shoah ai propri coetanei se non i nostri giovani?”, ha concluso la presidente dell’Esecutivo Ue.

LaPresse

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