NAPOLI – Campi inariditi, agricoltura in affanno, biodiversità in pericolo. Con il cambiamento climatico la siccità rischia di diventare una piaga globale. Ieri nella Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccità, il Wwf ha sollevato l’allarme: l’Italia e il Mediterraneo sono una delle aree nel mondo più sensibili alle variazioni climatiche, un hotspot a livello mondiale. E’ estremamente urgente abbattere le emissioni di gas serra, abbandonando una volta per tutte i combustibili fossili, e rivedere tutte le concessioni idriche (agricole, industriali, civili) riducendole in funzione delle effettive disponibilità d’acqua. Quando non è gestita e prevista adeguatamente, la siccità è uno dei motori della desertificazione e del degrado del territorio, nonché tra le cause di aumento di fragilità degli ecosistemi e di instabilità sociale. La dimensione degli impatti connessi alla siccità dipende anche dalla vulnerabilità dei settori più esposti, tra cui l’agricoltura, la produzione di energia (non solo quella idroelettrica, ma anche le centrali termoelettriche che usano l’acqua dolce) l’industria, l’approvvigionamento idrico per le abitazioni, gli ecosistemi.
In Italia
Niente neve sulle Alpi, il Lago Maggiore è ai minimi storici del periodo, il Po è colpito da una siccità gravissima mentre in alcune regioni del sud le reti idriche portano ad una dispersione d’acqua del 60% o 70%. Il 17 di giugno non siamo ancora in piena estate, secondo il calendario delle stagioni, ma già soffriamo uno dei livelli di siccità più alti mai registrati. E’ questo lo scenario che offre il nostro Paese.La gravissima siccità che ha colpito il Po e gran parte dei fiumi italiani è la peggiore degli ultimi 70 anni ed è ancor più grave per essersi manifestata in anticipo, fin dalla fine dell’inverno, rispetto ad altri analoghi eventi straordinari degli ultimi 20 anni che si sono verificati verso giugno e luglio. Ci aspettano mesi ancora più critici per l’agricoltura, per la biodiversità, per i laghi, per la produzione di energia elettrica. Le temperature medie fino a due gradi più alte della media stagionale e la pressoché scomparsa di precipitazioni in tutta Italia, provoca fenomeni come la sparizione della neve sulle Alpi in Piemonte e Lombardia, nei laghi, a cominciare dal Lago Maggiore, siamo ai minimi storici del periodo, si salva un po’ solo il Lago di Garda. C’è un significativo e generale decremento del volume annuale che defluisce a mare dai nostri principali fiumi (Po, Adige, Arno, Tevere), caratterizzato da riduzioni pari a 15% per il Tevere e di oltre l’11% per il Po nel periodo 2001-2019 rispetto al precedente periodo 1971-2000.
Biodiversità in pericolo
La prolungata siccità di quest’anno ha provocato e sta provocando danni alla biodiversità, soprattutto a tutti gli organismi legati alle acque interne: il prosciugamento di molte piccole e grandi zone umide ha impedito o ridotto drasticamente la riproduzione di molte specie di anfibi, alcune delle quali in uno stato di conservazione già critico come il Pelobate fosco insubrico, la Rana di lataste o il Tritone crestato italiano. Ci sono state morie di pesci in tratti fluviali e zone umide rimaste completamente a secco; inoltre l’asciutta di molti ecosistemi sta mettendo ancora di più in crisi molte specie autoctone favorendo l’ulteriore diffusione di specie alloctone: è il caso delle “cozze d’acqua dolce” poco conosciute ma molto diffuse, almeno fino a un recente passato, nelle nostre acque interne, che si stanno rarefacendo sempre più a causa del degrado ambientale e della loro condizione di “filtratori” a scapito di alcune specie aliene come la grande cozza asiatica. Insieme a quelle sul clima e la biodiversità, nel 1992 l’Onu ha varato la Convenzione per Combattere la Desertificazione (Unccd) per affrontare la desertificazione e gli effetti della siccità, sottoscritta da 197 Paesi. Proprio la Unccd ha indetto la Giornata Mondiale contro la desertificazione e la siccità. L’evento centrale a Madrid, in Spagna, Paese peraltro in preda a una feroce ondata di calore, con temperature che in qualche caso hanno superato, in questi giorni, i 50 gradi.
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