NAPOLI – Siccità, alluvioni e grandine. L’estate 2022 è stata caratterizzata da fenomeni atmosferici estremi ma gli scienziati e i meteorologi avvertono: “Non è ancora finita”. Ebbene sì, Antonello Pasini, primo ricercatore del Cnr, lancia l’allarme sui fenomeni atmosferici previsti nei prossimi mesi. Si stima una sostanziale continuità con quanto abbiamo vissuto in questa estate appena trascorsa. Un’estate che è stata la più calda degli ultimi 500 anni e la peggiore in termini di siccità per tutto il continente europeo. A far emergere questo primato, il confronto tra i dati ottenuti dal satellite Copernicus e quelli presi da uno studio del 2014, coordinato dall’Università svizzera di Berna e pubblicato sulla rivista Climatic Change. Il cambiamento avvenuto è visibile anche a ‘occhio nudo’. Con il passare del tempo, i satelliti hanno fotografato vaste aree verdi europee che hanno progressivamente lasciato spazio ad aree ‘marrocine’ in cui non cresce quasi più nulla. I dati ricavati dall’Osservatorio Globale sulla Siccità (Global Drought Observatory, Gdo) indicano che il 47% dell’Europa ad agosto si è trovata in condizioni allarmanti. Per ritrovare delle condizioni persino più difficili, bisogna portare le lancette dell’orologio indietro fino al 1544, sostengono gli scienziati. All’epoca, si stima nello studio pubblicato su Climatic Change, lo stato di siccità si prolungò per 11 lunghi mesi e la portata di fiumi come il Reno e l’Elba scese addirittura del 90%.
Si prosciugarono quasi del tutto, dunque.
Purtroppo, tutti i fiumi d’Europa si presentano in condizioni pressoché simili e gli affluenti più piccoli si sono prosciugati. Se non bastasse il gran caldo e la conseguente siccità, si prolungheranno in autunno e in inverno anche i fenomeni atmosferici di intensità straordinaria: nubifragi, bombe d’acqua, grandinate e alluvioni. Fenomeni atmosferici che non bilanceranno la siccità e né ripareranno i danni apportati dalle ondate di calore, anzi. Peggioreranno la situazione della filiera agricola e agroalimentare. Un trend quello dei fenomeni estremi del maltempo che è in crescita da anni. Un’analisi di Coldiretti basata sui dati dell’European Severe Weather Database evidenzia che dal 2012 fenomeni come nubifragi, bombe d’acqua, tornado, tempeste di vento, grandinate e ondate di calore sono cresciuti di oltre il 1000% e il settore agricolo ha riportarto i danni più consitenti.
Inoltre, Coldiretti stima che solo quest’anno i danni abbiano avuto un valore economico da circa 6 miliardi. Ed è su questa scia che si iscrivono le previsioni di Pasini. Con l’avvicinarsi dell’inverno si moltiplicheranno le infiltrazioni di freddo che, scontrandosi con il caldo accumulato nel bacino del Mediterraneo, potrebbero dare origine a eventi climatici estremi: piogge torrenziali e grandine. Sono dunque a rischio interi settori legati alla filiera agricola già alle prese con la difficile situazione creata dai rincari e la stessa incolumità degli italiani. Basti pensare che 9 comuni su 10 presentano alte percentuali di rischio di dissesto idrogeologico. Nonostante lanci l’allarme, Pasini ci tiene a sottolineare che sopratutto in ambito meteorologico è difficile fare previsioni a lungo termine in un’area vasta come quella del bacino del Mediterraneo.
Tuttavia, è fuori discussione il progressivo aumento delle temperature avvenuto negli ultimi anni.
Senza adeguati e tempestivi interventi da parte dei governi mondiali, la situazione rischia di arrivare a un punto di non ritorno. Ovvero al punto tale che non sarà più possibile adattarsi ai fenomeni atmosferici e alle loro devastanti conseguenze.
Inoltre, quando si pensa al cambiamento climatico e alle sue conseguenze non bisogna soltanto pensare ai danni materiali che possono causare la siccità o le piogge torrenziali ma anche ai loro effetti sulla sfera igienico-sanitaria. Secondo uno studio svolto dai ricercatori dell’università delle Hawaii pubblicato sulla rivista scientifica Nature climate change, più della metà delle malattie umane causate da agenti patogeni sono state in qualche modo aggravate negli ultimi decenni dal cambiamento climatico. Gli eventi atmosferici ad alta intensità sono infatti in grado di di influenzare patologie di diverso tipo: da virus a batteri, ma anche funghi, piante e animali protozoi.
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