ROMA – Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani sono almeno 41 le vittime confermate nell’attacco dell’Isis alla prigione di Gweiran, nella città nord-orientale di Hassakeh, dove sono detenuti circa 3.000 sospetti militanti, controllati dalle forze curde. Di questi 20 sarebbero membri delle forze di sicurezza, forze antiterrorismo e guardie del carcere, 16 membri dell’Isis e cinque civili. L’attacco è stato organizzato giovedì sera e mirava a liberare i combattenti dell’Isis incarcerati. Le forze a guida curda siriana che controllano il carcere hanno riferito che i prigionieri all’interno della struttura si sono ribellati simultaneamente e hanno cercato di scappare mentre un’autobomba è esplosa fuori dalla prigione e uomini armati si sono scontrati con le forze di sicurezza. Un portavoce delle forze democratiche siriane a guida curda, Farhad Shami, ha riferito che sono stati oltre 100 i combattenti dell’Isis che con mitragliatrici ed esplosivi hanno attaccato l’edificio. “Questo è il più grande attacco non solo in Siria, ma anche in Iraq e nella regione”, ha detto Shami, sottolineando che tra i prigionieri detenuti nel carcere ci sono anche pericolosi comandanti dei miliziani. Le forze democratiche siriane a guida curda, note anche come Sdf, hanno affermato che 89 militanti fuggiti sono stati arrestati. Un altro gruppo di detenuti ha organizzato un nuovo tentativo di fuga venerdì, hanno aggiunto le Sdf. La coalizione guidata dagli Stati Uniti ha effettuato un attacco aereo dopo le prime vittime. Shami ha detto che dozzine di combattenti dell’IS si erano radunati in precedenza in un quartiere vicino e si erano preparati per l’attacco. Un giornalista dell’agenzia di stampa curda Hawar è rimasto gravemente ferito durante la copertura degli scontri.
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