Siria: Erdogan continua l’offensiva, chiesto l’intervento dell’Onu

Erdogan continua l'offensiva in Siria alla vigilia dell'incontro con gli Usa che promettono sanzioni. Intanto le associazioni chiedono l'intervento dell'Onu

Foto Adem Altan / AFP in foto Erdogan

ANKARA – “Non dichiareremo mai cessate il fuoco”. Con queste parole il presidente turco Recep Tayyp Erdogan ha dichiarato la sua intenzione di continuare l’offensiva in Siria contro il popolo curdo. Una risposta al presidente ststunitense Donald Trump, che nelle scorse ore si era detto “pronto a distruggere rapidamente l’economia turca”, chiedendo di interrompere le operazioni militari. Erdogan ha parlato con alcuni giornalisti in aereo mentre rientrava da Baku. Ha detto che l’ingresso delle truppe siriane a Manbij “non è un fatto negativo”, e di “non essere preoccupato” per le sanzioni Usa per l’offensiva. Intanto da Ankara arrivanoi nuovi dati della strage: il ministero della Difesa parla di 637 “terroristi” caduti tra le fila dei curdi dall’inizio dell’operazione militare della Turchia nel nord-est della Siria, denominata operazione Fonte di pace.

Mike Pompeo ad Ankara

Queste parole arrivano alla vigilia dell’incontro tra il presidente turco, e il vice presidente americano Mike Pence, il segretario di Stato Mike Pompeo e il consigliere per la sicurezza nazionale Mike O’Brien, che si apprestano a partire per la Turchia con l’obiettivo di cercare di ottenere un cessate il fuoco. L’incontro dovrebbe esserci domani. Intanto alle 15 il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha convocato i leader del Congresso, sia repubblicani e sia democratici alla Casa Bianca per discutere dell’incursione armata turca contro i curdi in Siria.

I giuristi democratici chiedono l’intervento dell’Onu

L’associazione giuristi democratici in una nota ha ammonito la comunità internazionale chiedendo di assumere “ogni iniziativa atta a fermare l’invasione decisa dal presidente Erdogan e utile a bloccare l’invasione e sia ugualmente bloccata immediatamente ogni fornitura di armi all’esercito aggressore turco”. Poi ha chiesto l’intervento dell’Onu: “Il mondo sta assistendo, quasi impassibile, a un autentico crimine di guerra su vasta scala perpetrato dalla Turchia nei confronti della popolazione curda della Siria nord-orientale, che ha concorso con sacrifici di molte vite umane alla sconfitta del califfato Isis”.

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