Siria, i curdi: la Turchia usa armi chimiche. Ma Ankara respinge le accuse

La denuncia affidata ad un twitt del capo della comunicazione delle Forze democratiche siriane (Fds) a guida curda, Mustafa Bali

(Photo by Nazeer Al-khatib / AFP)

ROMA – I curdi denunciano l’uso di armi chimiche, ma Ankara respinge le accuse. A supportare la tesi curda c’è un servizio fotografico dell’agenzia Hawar dove in un ospedale si vedono bambini con gravi ustioni.

L’accusa

“Sospettiamo che armi non convenzionali vengano usate contro i combattenti curdi dalla Turchia nella città assediata di Serekaniye, nel nord-est della Siria”. L’accusa in un twitt è mossa dal capo della comunicazione delle Forze democratiche siriane (Fds) a guida curda, Mustafa Bali. Il tutto avvalorato da foto scattate in un ospedale dell’agenzia Hawar organo dell’amministrazione curda in Siria, che ritraggono bambini con gravi ustioni poi descritte anche in un’intervista da un medico locale.

Si faccia chiarezza

Il portavoce curdo fa riferimento a notizie e segnali pervenuti dalla città assediata. Invita, pertanto “le organizzazioni internazionali a inviare le loro squadre per investigare alcune ferite subite negli attacchi”. Ma secondo Bali, “le strutture mediche nel nord-est della Siria non hanno più squadre di esperti dopo il ritiro delle ong dovuto all’invasione turca”.

La smentita di Ankara

“Tutti sanno – ha detto il ministro della Difesa – che l’esercito turco non ha armi chimiche nel suo inventario”. Alcune informazioni “indicano che le milizie curde dello Ypg usano armi chimiche per poi accusare la Turchia”.

Il monito di Trump a Erdogan

In una lettera del 9 ottobre, prima che cominciassero gli attacchi in Siria da parte della Turchia, il presidente americano, Donald Trump invita il collega turco a “non fare il duro” o a “non fare lo scemo, lavoriamo a un buon accordo. Tu non vuoi essere responsabile del massacro di migliaia di persone, e io non voglio essere il responsabile della distruzione dell’economia turca”.

L’incontro

Ad Istanbul oggi si incontreranno Erdogan e il vicepresidente americano Mike Pence. “Se i terroristi se ne vanno dalla zona di sicurezza – ha ribadito il presidente turco ai leader mondiali intenti nella mediazione – che la Turchia vuole creare ai suoi confini con la Siria, l’operazione Fonte di pace finirà. Nessuna trattativa, perché non è mai accaduto nelle storia della Repubblica turca che lo Stato si segga allo stesso tavolo di un’organizzazione terroristica”. In queste ore pare comunque che l’offensiva turca tenda a scemare anche grazie al diretto intervento della Russia di Putin “che ha scortato l’esercito di Bashar al Assad ai confini dell’area invasa da Ankara, a Manbij”. Della situazione ne discuterà anche il premier Conte oggi a Bruxelles.

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