Stirare meno e aiutare il pianeta

In lavatrice lavaggio al massimo a 40 °C con la centrifuga al valore più basso

NAPOLI – La bella stagione è ormai nel vivo, e quest’anno le temperature record hanno trasformato l’estate in un vero e proprio incubo: ci sentiamo affaticati, stremati dal caldo. Cerchiamo di difenderci dalle temperature roventi tenendoci al riparo dai raggi solari nelle ore più calde, e scegliendo cibi ricchi di acqua e sali minerali. In queste settimane torride anche fare le faccende domestiche diventa più faticoso, e cerchiamo di ridurre al minimo gli sforzi. L’elettrodomestico più odiato in estate è senza dubbio il ferro da stiro che ci costringe a stare in piedi per ore tormentati dalle alte temperature della caldaia. Stirare i vestiti costa molto alle nostre tasche, perché richiede l’impiego di un grosso quantitativo di energia elettrica, ma anche al nostro pianeta.

FERRO: QUANTO INQUINA
Un comune ferro da stiro con caldaia della potenza di 2mila Watt usato 3 ore la settimana (ossia 12 ore al mese) consuma 24 kWh al mese, ovvero 288 kWh in un anno. Tenendo conto che mediamente si producono 350 grammi di anidride carbonica ogni kWh di energia consumata e che un albero ad alto fusto assorbe 12 chilogrammi di CO2 l’anno è evidente come ciascuno di noi stirando contribuisce ad inquinare in maniera significativa la Terra.

STIRARE MENO
Cosa possiamo fare per inquinare meno? Altroconsumo ha stilato un elenco con i trucchi che possono farci ottenere dei vestiti sufficientemente stirati anche senza usare il ferro da stiro, risparmiando tempo ed energia. Senza dubbio possiamo ridurre le ore passate ad usare il ferro da stiro. E’ possibile infatti prendersi cura del bucato in modo sostenibile con piccoli e semplici accorgimenti che ci permetteranno di avere capi impeccabili anche senza stirarli. In primo luogo evitiamo di stirare i capi che non hanno bisogno di passare per l’asse da stiro: in primis indumenti realizzati con materiali sintetici come quelli che usiamo per fare sport e andare in palestra, ma anche lenzuola, asciugamani e biancheria, che non hanno bisogno di ferro da stiro.

BUCATO
Per stirare meno si deve partire necessariamente dalla lavatrice. Scegliamo un programma di lavaggio breve, a basse temperature, ovvero al massimo 40 °C stando attenti a quanto riportato sulle etichette dei capi. Chiudiamo bottoni e cerniere prima del lavaggio, in modo da tenere stesi i tessuti. Tra le opzioni della lavatrice scegliamo poi la centrifuga al valore più basso, in modo che i capi si “spiegazzino” meno possibile. Su alcuni modelli di lavatrice c’è anche l’opzione “stiro facile”. Non superi gli 800 giri di centrifuga, meglio l’opzione 400 giri, che richiede anche meno energia. Un’altra regola importante è estrarre e stendere i capi subito dopo terminato il ciclo di lavaggio, gli indumenti vanno tolti subito dal cestello senza lasciarli appallottolati per non creare pieghe. Infine organizziamo lavaggi intelligenti: facciamo in modo che il ciclo della lavatrice finisca proprio quando possiamo stendere il bucato.

STENDERE IL BUCATO
Quando stendiamo gli indumenti al sole tiriamoli bene con le mollette e nei punti giusti, in modo da evitare segni visibili sui tessuti. Meglio appenderli al rovescio per rendere meno visibili eventuali segni. Liscia mo bene gli indumenti e sbattiamoli energicamente mentre li stendiamo, cercando di eliminare le pieghe e facendo particolare attenzione alle maniche. Altra regola fondamentale è stendere il bucato con ordine, senza ammassarlo sullo stendino, e lasciando un po’ di spazio tra i vari capi. In questo modo si asciugheranno più in fretta e meglio.

TIRA FUORI I VOCABOLARI
Una volta asciutti, quando sono ancora caldi per l’esposizione ai raggi solari, gli indumenti vanno “stirati” con le mani, appoggiandoli ad un piano, un tavolo ampio ad esempio. Prima di riporre i vestiti piegati nell’armadio e nei cassetti, poggiamoci su un libro pesante, come il volume di un’enciclopedia o un vocabolario. Il peso farà da ferro da stiro, ma senza l’utilizzo (e lo spreco) di energia elettrica.

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