Madrid (Spagna), 4 mag. (LaPresse/AFP) – Migliaia di persone, secondo gli organizzatori 50mila, sono scese in strada a Madrid per protestare nuovamente contro il proscioglimento dall’accusa di stupro di cinque uomini, condannati soltanto per “abusi sessuali”, per aver violentato una 18enne a Pamplona nel 2016.
‘Le strade sono nostre anche di notte’, si leggeva su un grande striscione esposto dal corteo diretto dal ministero dell’Uguaglianza alla Corte suprema, assieme a ‘Non è un caso, si chiama patriarcato’ e ‘Sorella ti credo’. “Anche sola e ubriaca, voglio arrivare a casa”, scandiva la folla.
Le proteste si susseguono dal 26 aprile, quando un tribunale di Pamplona ha pronunciato la scioccante sentenza, e hanno avuto eco in tutto il mondo con manifestazioni di solidarietà, con il movimento online #YoSiTeCreo (io sì ti credo) e con una petizione contro i magistrati che ha raccolto più di 1.350mila firme.
I cinque uomini, di età compresa fra 27 e 29 anni, sono stati accusati di avere violentato una ragazza madrilena di 18 anni all’inizio della settimana del festival di San Firmino, all’ingresso di un condominio, dove poi l’hanno abbadonata. I cinque avevano anche filmato tutto con gli smartphone, vantandosi poi dei fatti su un gruppo WhatsApp, in cui si riferivano a loro stessi con la parola ‘La Manada’, cioè ‘Il branco’.
In Spagna il reato di “abuso sessuale” implica l’assenza di “violenza o intimidazione”; l’accusa di strupro è stata evitata con la motivazione che la vittima non ha combattuto con gli assalitori, ma ha reagito restando immobile e ‘passiva’.
I giudici del tribunale di Pamplona, nella regione di Navarra nel nord del Paese, hanno condannato i cinque a nove anni di carcere e hanno stabilito che sarà vietato loro di avvicinarsi a meno di 500 metri dalla vittima e contattarla, per 15 anni; dovranno inoltre versarle, insieme, un indennizzo di 50mila euro.