Di Maio, se l’analisi costi-benefici sulla Tav sarà negativa l’opera non si farà

in foto Luigi Di Maio

MILANO – Giorni di tentata mediazione ma poi anche il leader 5 Stelle Luigi Di Maio decide di sfidare il collega leghista sulla Tav. “Se un’analisi costi-benefici ci dice che è un’opera che non sta in piedi non ha senso realizzarla“. Fine.


Per il Movimento, netto e categorico rifiuto alla Torino-Lione

Non esistono referendum di sorta: e sul tema lo stesso premier Giuseppe Conte si espone. Non ha senso parlarne ora, spiega, “non di certo sulla base di reazioni emotive“.

Lo sguardo dei pentastellati è rivolto alla fantomatica analisi costi-benefici che il ministro Danilo Toninelli ha promesso sarà resa nota a fine gennaio e che, senza grandi sorprese, dovrebbe bocciare la realizzazione dell’opera.


Il 5 Stelle prende tempo ma lo stallo sulla Tav resta

L’alleato di governo non è disposto a cedere. “Si può rivedere il progetto ma il tunnel deve esserci”, rilancia infatti il vicepremier leghista Matteo Salvini. “Per noi è un argomento chiuso”, è la linea dell’ala più ‘dura e pura’ del M5S, con il presidente della Camera, Roberto Fico, che in un’intervista ribadisce la sua posizione contraria.

Il 5 Stelle prende dunque tempo ma lo stallo sulla Tav resta. Anche perché l’alleato di governo non è disposto a cedere. “Si può rivedere il progetto ma il tunnel deve esserci“, rilancia infatti il vicepremier leghista Matteo Salvini. “Per noi è un argomento chiuso“, è la linea dell’ala più ‘dura e pura’ del M5S, con il presidente della Camera, Roberto Fico, che in un’intervista ribadisce la sua posizione contraria.

Intanto, martedì 15 gennaio, durante la conferenza dei capigruppo, il Pd chiederà di calendarizzare subito in Aula la mozione presentata a palazzo Madama dal senatore Mauro Laus per tentare di spaccare l’asse gialloverde e stanare la Lega “mettendola di fronte alle proprie responsabilità”.


Dai rumors la maggioranza dovrebbe opporsi

Nel frattempo si litiga sull’ipotesi referendum. Prima ancora di capire come potrebbe avvenire, se su base nazionale o su base regionale come proposito dal presidente piemontese Sergio Chiamparino, le opposizioni lo bollano come inutile e costoso.


Al di fuori dibattito politico italiano, la Francia sta proseguendo con i lavori

Martedì nella piana di Saint-Jean-de-Maurienne, punto di uscita del tunnel di base in territorio transalpino, iniziano le demolizioni di alcuni edifici per consentire la costruzione della stazione ferroviaria provvisoria per i treni in arrivo dall’Italia sulla linea attuale e per i convogli regionali.

I lavori, per 2 milioni di euro, sono stati affidati a un’azienda francese, la Premys di Lione, da Telt – la società italo-francese incaricata dai due governi di realizzare la Torino Lione – in accordo con Sncf, che gestisce le ferrovie francesi. E che realizzerà l’opera.

Il via libera al cantiere arriva a meno di un mese dalla decisione dei due governi di congelare i bandi di gara per gli appalti -2,3 miliardi di euro – collegati al tunnel di base, in attesa della conclusione dell’analisi costi-benefici. (LaPresse)

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